“Assistiamo ad una penosa ricerca di protagonismo da parte di personaggi politici di medio calibro, preoccupati solo di salire sul palco della tragedia vissuta da centinaia di imprese, in una ipocrita sceneggiata sulla pelle di tanti disperati, mentre nessuna soluzione si intravede all’orizzonte“. Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci sulla crisi della Cmc, il gruppo che ha bloccato diversi cantieri di grandi opere in Sicilia provocando pesanti ripercussioni su aziende e lavoratori.
“Doveri istituzionali – aggiunge il governatore – mi impongono ancora una volta di rivolgermi all’unico possibile interlocutore: il governo di Roma e, per esso, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, affinchè intervenga con tempestività e autorevolezza per porre fine a questo calvario, in una terra che piange ancora lacrime di sangue per i tanti, troppi torti subiti“.
La Cmc di Ravenna, Cooperativa muratori e cementisti, è dal 7 dicembre in concordato preventivo per la ristrutturazione del debito societario. Questa situazione ha determinato una situaione di profonda incertezza soprattutto per il destino dei cantieri siciliani. Nei lavori nell’Isola che sta svolgendo l’azienda sono coinvolte 70 aziende che vantano crediti per un ammontare di quasi 50 milioni di euro. Di recente, aziende e fornitori si sono riuniti in un comitato e hanno deciso di rivolgersi ad Anas e governo al fine di adottare una procedura straordinaria per subentrare a Cmc.
Annunciate anche manifestazioni eclatanti di protesta, come quella prevista per sabato prossimo, 2 febbraio, con un corteo che sfilerà dalla Galleria Sant’Elia fino all’abitato di Caltanissetta, al quale parteciperanno non solo le imprese e i lavoratori, ma anche i comitati dei quartieri e dei centri isolati e i sindaci del Nisseno, dell’Agrigentino e del Palermitano coinvolti nella vertenza.