Cinquemila e duecento avvocati alle urne per l’elezione del Consiglio dell’ordine di Palermo. Una consultazione nella quale si confrontano tre liste e che è stata preceduta da polemiche e persino da un esposto.
Tre le liste in competizione per i 25 posti da consigliere in palio, la più giovane delle quali è “Forza dell’Avvocatura”, costruita da Vincenzo Sparti, nella quale corrono, tra gli altri Daniela Cascio (nella foto) e Aurelio Romanelli.
In campo anche “Avvocati Liberi e Indipendenti”, nella quale sono candidati il penalista Mario Bellavista e Michele Calantropo (nella foto in basso).
La terza è considerata la lista da battere, quella nella quale corrono, tra gli altri, Dario Greco, fratello del presidente uscente Francesco Greco, Giuseppe Di Stefano, con alle spalle già due mandati, e Massimo Motisi.
La consultazione ha anche un risvolto polemico. Da più parti è contestata il via libera dato dalla commissione elettorale alla ricandidatura di consiglieri che hanno svolto già due mandati, nonostante una recente pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione li ritenga ineleggibili.
Le contestazioni sono contenute in un esposto al Consiglio nazionale forense e al Consiglio dell’ordine di Palermo presentato da sei avvocati tra i quali Bellavista e Calantropo.
In precedenza l’avvocato Vincenzo Sparti, aveva scritto una lettera per criticare la scelta della Commissione elettorale di dare il via libera alle candidature. Una lettera in cui si parlava di “aperta e intenzionale violazione della norma di legge”.