“Prendiamo atto della venuta del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, sulla SS 640 Caltanissetta-Agrigento, ma la Sicilia, spenti i riflettori, si aspetta adesso dal Governo azioni concrete”. L’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, interviene dopo la visita del premier sul cantiere della Ss 640, la Agrigento-Caltanissetta, bloccatosi per la crisi di Cmc.
“Senza voler fare alcuna polemica, va rimarcato come l’opera sia ripartita (ancorché in misura assai ridotta) esclusivamente per merito del Governo Musumeci, che ha richiamato l’Anas ai suoi obblighi contrattuali nei confronti di Cmc, al fine di ottenere l’improcrastinabile riavvio dei lavori il primo marzo, a pena anche di azioni giudiziarie. Questo era l’impegno che avevamo pubblicamente assunto il 6 febbraio scorso con il sindaco di Caltanissetta Giovanni Ruvolo ma anche alla presenza del vescovo di Caltanissetta e di numerosi sindaci del territorio, e questo è avvenuto. Anas è ben consapevole di quanto tempo perduto ci sia da recuperare in Sicilia, soprattutto per quanto riguarda le grandi opere”.
L’assessore Falcone entra nel dettaglio delle richieste al governo nazionale: “Ringraziamo il presidente Conte e il ministro Toninelli per la presenza, ma ci domandiamo quale soluzione, in primo luogo, verrà in concreto messa in atto per pagare le imprese creditrici di Cmc? In secondo luogo, quale soluzione per accelerare i lavori e farli ripartire a pieno regime?“.
Falcone scende nel merito della situazione sulla Statale 640: “Quelli visitati dal presidente Conte sono solo i tre micro-cantieri Delia, Favarella, Santuzza che servono a riaprire la tratta tra Canicattì e l’ingresso di Caltanissetta. Ma il vero cuore dell’intervento sulla SS 640, da 120 milioni di euro, impone un dispiegamento – rilancia Falcone – di almeno 100 mezzi e 300 maestranze al giorno, per raggiungere una produzione di lavori da 8 milioni al mese. Il Governo Musumeci – conclude Falcone – non abbasserà la guardia. Dal canto suo l’Anas deve capire che i contratti si rispettano e stavolta Roma, comunque, stia serena che la Regione il contratto lo farà rispettare».
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