I carabinieri hanno arrestato Pietro Cannarozzo, 62 anni e Angelo Cannarozzo, 26 anni, padre e figlio, accusati a vario titolo di furto pluriaggravato in continuazione e in concorso, peculato e incendio boschivo.
Il padre, operaio del servizio anticendio dell’azienda foreste e territorio della Regione siciliana, secondo le indagini coordinate dalla procura di Palermo, è responsabile di quattro incendi appiccati a Monreale e San Martino delle Scale fra giugno e luglio del 2017.
I roghi hanno devastato diversi ettari di macchia mediterranea. Nel corso delle indagini è emerso che gli indagati hanno commesso una serie di furti, tra cui una telecamera con relativi fili di rame, installata dalla polizia giudiziaria per indagare proprio sugli incendi e diversi attrezzi agricoli, motoseghe e decespugliatori di proprietà dell’Azienda Foreste e Territorio della Regione Siciliana, che erano stati rubati durante il servizio antincendio.
“Non lo vuoi capire che si bruciano le persone. Non ti entra nel cervello non ti entra“. Così diceva Pietro Cannarozzo, operaio dell’azienda foreste intercettato dai carabinieri al figlio Angelo nel corso dell’indagine sugli incendi che hanno devastato il comune di Monreale (Pa) nell’estate del 2017.
“Ma che mi interessa che si bruciano le persone“, risponde il figlio. “Se dessero di nuovo fuoco alla tua casa ti piacerebbe?” aggiunge il padre. “La casa? Il terreno che c’entra la casa“, aggiunge il figlio. “Quando dai fuoco vicino alla casa non ti brucia pure la casa?“, prosegue il padre. “Che mi interessa a me. Che è mia la casa? Per questo quando si brucia devo essere solo io. Non voglio nessuno con me“.