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Nelle sue opere convivono in maniera dialettica Neorealismo, Espressionismo, metafisica, influenze bizantine, il tutto racchiuso nell’ossessione del personaggio e del volto: l’artista a cui ci riferiamo è Nicola Figlia, siciliano, definito il “pittore di volti“.
La sua personale, “Caos – Dipinti di Nicola Figlia“, curata da Ignazio Francesco Ciappa, si inaugura venerdì 5 aprile a Palazzo Sant’Elia (Via Maqueda, 81) dove, nella Sala delle Capriate, si potranno ammirare opere recenti e più lontane, dell’artista originario di Mezzojuso.
Volti ironici, ghignanti, beffardi, malinconici, assenti: e maschere, surreali, fisiche, monolitiche, pesanti, colte e quasi mai naif.
Nicola Figlia non lascia nulla al caso, ma assorbe casomai una lunga tradizione di visioni che fa irrimediabilmente sue. Chi individua, tra le pieghe dei volti accatastati che fanno capolino dalle opere, uno sguardo Fauve sbaglia o si ferma soltanto alla prima impressione.
Figlia si immerge nel suo caos ordinato per recuperare eleganti stesure di colore, cromie accese ed intense che non possono “non attingere al repertorio popolare, alla religiosità, all’arte bizantina, al dualismo greco latino” fortemente presente in opere come “La grande Gerusalemme celeste”, “Doppia Misericordia” o “Nostalgia”.
Ma le radici del pittore affondano ancora più nel profondo: lui stesso si definisce “greco” e popola opere come “Teatrino olimpico” o “Baccanale” di impossibili ed inossidabili centauri, sileni, arpie, altre divinità zoomorfe.
“Quasi maschere pirandelliane, sembrano definire il personaggio al quale appartengono – scrive il curatore – lasciando intravedere il concetto secondo cui ogni essere umano recita un ruolo nel gran teatro del mondo”. E così anche nei reiterati omaggi ad Ensor, Picasso, De Chirico o Guttuso, su cui Nicola Figlia interviene, padroneggiando il colore.
Fino 22 aprile; dal martedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.30, sabato, domenica e festivi dalle 14.30 alle 18.30.