Si apre un fronte pro termovalorizzatori in Sicilia, dopo le dichiarazioni di questi giorni del ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Dopo le polemiche sull’opportunità di utilizzare gli inceneritori nell’Isola e le sortite del ministro, contrario a questa ipotesi, adesso è il turno dei promotori di questo tipo di soluzione.
Tra questi c’è addirittura un sottosegretario dello stesso ministero per l’Ambiente di cui Costa è titolare, ovvero Vannia Gava: “Servono nuovi impianti per risolvere una situazione che sta diventando insostenibile. Con i No non si va da nessuna parte. Se il ministro Costa ha a cuore le sorti dei siciliani e dell’intero Paese – ha affermato Gava – non può sposare la politica del No a tutto. L’immobilismo e il timore di prendere decisioni concrete non ci appartiene“.
“Solo qualche giorno fa La Corte di giustizia Ue ha condannato l’Italia per un uso eccessivo delle discariche – è la motivazione di Gava – che rappresentano il passato essendo uno spreco di territorio e di risorse. Costa dovrebbe sapere che gli impianti all’avanguardia, oltre a risolvere l’emergenza rifiuti, creano energia elettrica e calore. Lo hanno capito in tutta Europa: non esiste economia circolare senza impianti di smaltimento e di termovalorizzazione. La speranza è che anche il ministro Costa cambi idea e si proietti al futuro invece di rimanere ancorato al passato. Il rifiuto deve essere una risorsa, non un problema da cui fuggire“.
Ma non c’è soltanto il sottosegretario a tirare per la giacchetta Costa e a esortarlo a un ripensamento. Anche Chicco Testa, vecchia conoscenza del Pd e attuale presidente di Fise Assoambiente, spinge il ministro a ritornare sui suoi passi: “La posizione esternata dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in contrasto con i propri tecnici, non ci sorprende – ha detto –, ma ci trova in profondo disaccordo e, dati alla mano, evidenzia un approccio pregiudiziale, che peraltro non trova riscontri nelle realta’ europee piu’ evolute che oggi fanno pieno affidamento su questa tecnologia“.
“Il rafforzamento del fragile sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia non può che passare dal significativo aumento delle percentuali di riciclo su tutto il territorio e dalla valorizzazione energetica dei quantitativi residuali, limitando il conferimento in discarica che in Regione supera ancora il 70%, secondo dati Report rifiuti urbani Ispra 2018“, prosegue Testa. Che indica la strada da seguire: “Chi pensa di raggiungere questi obiettivi, in linea con le Direttive europee sull’economia circolare, senza la creazione di almeno due termovalorizzatori nella regione non riconosce la realtà dei fatti e accetta che prosegua il ‘turismo dei rifiuti’ verso altre destinazioni fuori regione, con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini. E’ fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente tutti gli impianti necessari“, conclude il presidente di Fise Assoambiente.
Il ministro Costa aveva rimandato al mittente le considerazioni dei tecnici del suo stesso dicastero sul Piano rifiuti della Regione. Questi ultimi, nelle critiche avanzate avevano accennato alla possibilità di fare ricorso agli inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti. “Ho dato mandato immediato al capo di gabinetto e al segretario generale – aveva tuonato il ministro – di aprire un’istruttoria amministrativa interna per conoscere chi abbia violato la mia direttiva politica. Mai e poi mai avrei proposto quanto letto nelle deduzioni nell’ambito della Vas del piano regionale rifiuti“.
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