A Taormina si prova a stringere il cerchio attorno agli abusivi del settore turistico (attività ricettive ed extra-alberghiere) ma il tentativo di imprimere una svolta rischia di non centrare l’obiettivo se non si arriverà ad un rendiconto dettagliato nel quale poter sapere (e quindi distinguere) chi paga l’imposta di soggiorno e chi continua a sottrarsi al versamento del balzello dovuto al Comune. Ad evidenziare il rischio che si corre è l’Associazione Albergatori Taormina, presieduta da Gerardo Schuler.
“Il Comune di Taormina – spiega Schuler – ha deciso di affidare ad Airbnb la riscossione della imposta di soggiorno per tutti gli ospiti che effettueranno prenotazioni su questo portale in strutture ricettive del nostro comune, ma bisogna fare delle riflessioni sulla pianificazione di questa strategia. In particolare abbiamo avuto modo di leggere l’iniziativa intrapresa dell’Assessore al Turismo della Città di Roma che ha presentato un esposto alla Corte dei Conti e ciò dimostra quanto sia importante inserire fin dall’inizio nel contratto in oggetto l’obbligo di una rendicontazione puntuale su tutti gli importi versati: ovvero il nome delle singole strutture e relative presenze mensili vendute sulla piattaforma, altrimenti il Comune di Taormina non riuscirà mai a fare emergere il sommerso”.
In sostanza gli albergatori chiedono che si proceda non con un rendiconto generale dell’importo totale ma con un report dettagliato nel quale poi si evinca la situazione delle singole strutture, accertando chi è in linea con i pagamenti e chi, invece, eventualmente no. “Solo così potrà davvero essere individuato l’abusivismo che crea una situazione di concorrenza sleale nel nostro territorio”, rimarca Schuler.
Il Comune di Taormina vuole definire, in tal senso, da qui a breve il piano per la lotta agli abusivi che operano nel settore del turismo extra-alberghiero. La casa municipale sta acquisendo in questa fase le istanze, tramite l’apposito modulo necessario per il rilascio del Codice Identificativo comunale (Cir) previsto nel nuovo regolamento dell’imposta di soggiorno e la cui istituzione è stata deliberata in Consiglio comunale l’11 maggio 2021.
Si potrebbe così avere un elenco dei proprietari, degli operatori o i soggetti che esercitano attività di ricettività extralberghiera che avranno dimostrato di voler essere in regola, e che poi avranno il “Cir”, e coloro invece che vorranno continuare ad operare nell’ombra. L’Amministrazione ha già fatto sapere che procederà ad informare le autorità preposte su chi sarà risultato in regola e chi avrà perso quest’ultima “chiamata”. Il Codice identificativo sarà, in ogni caso, una cartina di tornasole sul pagamenti dei tributi.
Il “Cir” diventa uno strumento importante per fare luce sulle strutture in regola e su quelle abusive ma, come chiesto dagli albergatori, ci sarà anche bisogno che nel report che verrà fatto al Comune nel momento in cui Airbnb avvierà la sua azione di riscossione, si possa rilevare e comunicare al Comune stesso il dato specifico delle attività che ottemperano ai versamenti e di quelle che proveranno ad operare ancora senza versare l’imposta turistica.