“Per il governo nazionale i lavoratori Asu sono figli di un Dio minore, anche grazie alla mancata volontà della Regione Siciliana di riconoscere i loro diritti in maniera sostanziale. Il Consiglio dei ministri, infatti, ha impugnato la norma regionale sul passaggio in utilizzazione del suddetto personale agli enti per i beni culturali della Regione Siciliana, mentre nulla ha avuto da dire sulla norma che consente la stabilizzazione senza concorso dei contrattisti degli enti locali”.
Lo dicono in una nota i coordinatori regionali dell’Ale Ugl Sicilia, Vito Sardo e Mario Mingrino.
“A nostro parere – aggiungono – l’impugnativa lascia tanti dubbi. Ci aspettiamo, quindi, che la Regione Siciliana si attivi immediatamente con Roma e risolva la questione. I circa 300 lavoratori utilizzati in convenzione presso i beni culturali della Regione, nello specifico, e, più in generale, tutta la categoria degli Asu non possono essere ancora una volta vittime della mala politica”.
“Abbiamo sempre sostenuto – continuano Sardo e Mingrino – che questi 300 lavoratori, in ragione dell’esperienza maturata nel settore negli ultimi 20 anni, abbiano la priorità ad essere stabilizzati presso i beni culturali, dove comunque possono trovare spazio in seconda battuta gli altri che si trovano in esubero presso i propri enti utilizzatori”.
“Riteniamo – concludono – che ci sia un’altra strada da percorrere per la stabilizzazione di tutti gli Asu, ovvero quella dell’attuazione in via amministrativa, da parte degli assessorati al lavoro e al personale, dell’articolo 11 della legge regionale 8/2017. Una norma mai impugnata e sempre vigente. A nulla serve approvare altre norme, che come abbiamo visto non solo non sono risolutive ma possono creare ulteriori difficoltà”.