Blitz dei carabinieri del Ros tra le province di Roma e Catania contro presunti appartenenti al clan Fragalà: arresti e perquisizioni sono scattati nei confronti di numerosi soggetti ritenuti responsabili di intimidazioni a commercianti e imprenditori, estorsioni, minacce e attentati nell’area a sud della Capitale tra Ardea, Pomezia e Torvajanica.
Dalle indagini, nel corso delle quali è stato sventato un sequestro di persona con la liberazione dell’ostaggio e l’arresto di 8 sequestratori, è inoltre emerso che i presunti appartenenti al clan gestivano il traffico di cocaina, marijuana e hashish dalla Colombia e dalla Spagna grazie ad alleanze con gruppi campani e siciliani.
Nel corso delle indagini i carabinieri hanno sequestrato anche un documento manoscritto di affiliazione mafiosa.
“Qua se c’è qualcuno che comanda sono i Fragalà e basta“, è quanto afferma, in una intercettazione citata nell’ordinanza cautelare, Ignazio Fragalà arrestato durante l’operazione coordinata dai magistrati della Dda che ha portato all’emissione di una trentina di provvedimenti cautelari in carcere.
Nella intercettazione ambientale, che risale al 5 febbraio del 2016, l’esponente del clan mafioso attivo sul litorale romano afferma: “A Torvajanica abbiamo sempre comandato noi”.
In base a quanto scrive il gip Corrado Cappiello, il gruppo criminale puntava al controllo dell’attività commerciale sul territorio pontino al punto da mettere in atto intimidazioni nei confronti dei proprietari di una pasticceria che stava per aprire a Torvajanica nonostante che questi ultimi, secondo l’impianto accusatorio, avessero a loro volta contatti con la ‘ndrangheta. In un’altra intercettazione Santo D’Agata, esponente dei Fragalà, si rivolge a Leonardo Guiderdone.
“Ti do un consiglio e cerca di ascoltare, non aprire la pasticceria! E’ meglio per te. Tu hai voluto scavalcare Ignazio. O ci dai le chiavi oppure puoi aprire però sappi che all’indomani in poi tutto quello che ti succede siamo noialtri. Io ti sto solo dando un consiglio, poi decidi tu quello che vuoi fare“.
C’è anche Astrid Fragalà, ex presidente di Confcommercio di Pomezia, tra gli arrestati dell’operazione. La donna si trova ora ai domiciliari.
Per gli inquirenti avrebbe svolto un ruolo di “cerniera” tra il padre Alessandro, individuato a capo dell’organizzazione, ed “esponenti della politica e dell’econonomia” di Pomezia.
Contatti, anche con alcuni consiglieri comunali che sono estranei all’indagine, “finalizzati al condizionamento dell’amministrazione comunale“. A finire in manette anche altre due donne. Per gli inquirenti erano “soldati della cosca” che dovevano tessere rapporti con società e politica.