Cateno De Luca si barrica a Palazzo dei Leoni, inizia lo sciopero della fame, e apre una nuova fase della battaglia per provare a salvare l’ex Provincia regionale di Messina da una crisi senza fine che attanaglia tutte le vecchie Province regionali della Sicilia.
La Città metropolitana vive una situazione al confine tra il dramma finanziario e il paradosso politico perché le risorse, 140 milioni di euro, ci sono ma l’ente non può spenderli in quanto il bilancio è bloccato in virtù dei 13 milioni di disavanzo per il prelievo forzoso.
De Luca è un fiume in piena e va all’attacco del Governo: “A questo punto se ci vogliono fare camminare sul filo del rasoio, che la Corte dei Conti intervenga una volta per tutte e lì faremo le denunce del caso su chi ci ha portato a questa situazione. Non si può andare avanti con una finzione contabile e giuridica. Se non va avanti questa Città Metropolitana di Messina non andranno avanti nemmeno le altre città metropolitane. Adesso basta, o la politica risolve la questione o io non ho altro da fare e questo è l’ultimo atto che mi rimane. Mi auguro che la politica, qualcuno in Parlamento, raccolta questo ultimo monito, un atto estremo perché una volta avviato il meccanismo del dissesto diventa irreversibile e non lo può bloccare nessuno. Non siamo cretini e non siano noi quelli non in grado di reggere il sistema, è il sistema che non va. Mi dispiace anche per il silenzio dell’assessore alle Autonomie locali, Bernardette Grasso, alla quale è stata strappata la competenza sul tema dall’assessore al Bilancio, Gaetano Armao. O l’assessore Grasso fa una dichiarazione e conferma la sua posizione o altrimenti si dimetta anche lei”.
“Non possiamo accettare la decretazione istituzionale del fallimento di tutte le ex Province siciliane – ha aggiunto De Luca – e spero che in queste ore qualcuno si ravveda e di conseguenza si modifichi il testo in discussione. Abbiamo dimostrato in tutte le sedi che, per evitare il dissesto di tutti i nove Enti, servono 350 milioni prelevabili dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione; d’altronde la Sicilia ha avuto assegnati ben 2 miliardi e 300 milioni sul FSC e, allo stato attuale, ha speso solo 100 milioni di questa ingente somma“.
De Luca ha lanciato un appello all’Ars ed al governo Musumeci per presentare con urgenza un emendamento che aumenti fino a 350 milioni le somme destinate alle ex Province.
Il sindaco metropolitano ha sollecitato l’immediato intervento della deputazione regionale e nazionale e si è poi barricato negli uffici, preparandosi a sottoscrivere l’avvio dell’iter per la procedura di dissesto: “Se ci vogliono uccidere diremo chiaramente chi sono i responsabili. Lo ripeto: andremo alla Corte dei Conti per denunciare l’accaduto. Ho fatto tutto il possibile finora, adesso resto qui e inizio anche lo sciopero della fame”.