Se c’è una cosa che mi fa stare bene, quella è la musica: non ho mai fatto segreto di essere un musicista, oltre a fare lo Speaker radiofonico. Per la precisione, ho all’attivo ben trent’anni di attività musicale: forse per il principio secondo cui “Dio li fa e poi li accoppia”, anche la mia compagna è nel ramo musicale, sebbene lei sia una cantante, anche parecchio brava a dire il vero.
Ebbene: la storia che vi racconto quest’oggi parte proprio davanti al pianoforte, qualche notte fa. Il tempo che abbiamo a disposizione è veramente esiguo, e spesse volte troviamo (soltanto) dopo cena il tempo per suonare, cantare, allenarci ed esercitarci, continuando – con volumi davvero “ragionevoli” (e con una buona dose di isolamento acustico!) – fino ad ora decisamente tarda. È anche piacevole: è un modo per rilassarsi dopo una giornata trascorsa con la voglia di lanciare improperi contro tutto e tutti.
Tra i vari brani che, qualche sera fa, abbiamo deciso di provare, ne è saltato fuori uno a cui sono particolarmente legato: parlo di “Figli”, del bravissimo Toto Cutugno, che, come praticamente quasi sempre nella sua carriera musicale, quell’anno arrivò secondo a Sanremo proprio presentando questa canzone. Correva l’anno 1987, e questo equivale a dire che sono passati trentacinque anni: provando la canzone, cantandola, suonandola, resto di sasso ascoltando una parte del testo.
“Figli russi e americani, col potere tra le mani, rischiamo tutti la pelle”.
La mia mente non può non andare ai terribili venti di guerra che soffiano minacciosi in queste settimane: in particolare, però, mi chiedo cosa sia cambiato in questi trentacinque anni. Siamo ancora qui a parlare di conflitti, di bombardamenti, di guerre, e c’è chi azzarda improbabili allarmismi parlando di “Terzo Conflitto Mondiale”.
Mi accorgo che scende una lacrima: un po’ per la canzone ed i ricordi che si porta, inevitabilmente appresso, ma anche per la miseria umana con cui dobbiamo avere a che fare. Siamo nel 2022 e siamo ancora qui a parlare di guerra, come fossimo nel 1200, come i trogloditi, come se la guerra fosse l’unico modo per vincere i giochi di potere a cui i “Potenti” ci hanno ormai abituato. E noi, siamo lì, a rischiare di tutto per dinamiche più grandi di noi, come pedine tra le mani di chi muove i fili del mondo nella Stanza dei Bottoni.
E allora si, caro Toto, ci avevi visto davvero lungo: “figli russi e americani, col potere tra le mani, rischiamo tutti la pelle”. E la rischiamo perché gli esseri umani non sono ancora stati in grado di imparare qualcosa dai loro stessi errori. E ti assicuro che è davvero svilente…