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Ieri a Catania è stata come una rimpatriata di vecchi amici o meglio, camerati. Allo Sheraton Giorgia Meloni ha riabbracciato tanti dirigenti giovanili di un tempo, che negli anni avevano preso altri cammini politici.
Ma quella catanese non è stata solo la celebrazione di una ‘Alleanza Nazionale‘ in salsa contemporanea, perchè durante il convegno di Fratelli di Italia, la Meloni ha mostrato i muscoli del suo partito al governo regionale e, in particolare, al Presidente Musumeci.
Tanti sono stati i colpi politici messi a segno da Fratelli d’Italia in Sicilia. Dopo aver posizionato nel governo regionale Manlio Messina come assessore al Turismo, a quanto pare con qualche mal di pancia da parte di qualche fedelissimo del governatore, è la stessa Meloni che taglia corto su Musumeci: “Non mi sono molto chiare le sue recenti scelte politiche”.
E da destra, qualcuno inizia già a togliersi qualche sassolino dalla scarpa, non risparmiando bordate al governatore, che, per certi versi, negli ultimi mesi avrebbe ’snobbato’ politicamente Fdi, seppur la Meloni avesse dato ampio sostegno, prima alle regionali e poi alle scorse politiche, a Musumeci e alle indicazioni di “Diventerà bellissima”. Non si lasciano attendere le parole di Raffaele Stancanelli, che tempo fa aveva deciso di disattendere le indicazioni del leader di “Diventerà Bellissima” per entrare in organico con FdI: “Oggi a Catania – ha detto – si compie un ulteriore passo verso quell’idea di grande partito del centrodestra quale è Fratelli d’Italia. Anche i risultati delle ultime elezioni europee ci hanno dato ragione: in Sicilia abbiamo raggiunto quasi l’8 per cento, in alcune zone siamo oltre il 10 per cento. In controtendenza rispetto a chi ci considerava un partito fermo al 2%”.
Proprio Stancanelli è stato il grande regista del “ritorno a casa” del sindaco del capoluogo etneo Salvo Pogliese e dell’ex parlamentare Basilio Catanoso. Un ritorno in ‘pompa magna’, portandosi dietro più di 300 amministratori e sindaci vicini al movimento ‘Muoviti Italia’: “Sono felice”, ha esternato dal palco dello Sheraton il sindaco catanese che alla vigilia delle europee ha lasciato polemicamente Forza Italia. Il partito di Berlusconi e di Gianfranco Miccichè qui in Sicilia, per ultimo, in ordine cronologico, ha perso anche la deputata regionale di Avola, Rossana Cannata, che ha seguito le sorti del proprio fratello Luca. Ma questi sono solo alcuni degli innesti politici, perchè a breve potrebbero esserci altri ingressi.
In una sala gremita di gente e di politici, fra cui l’ex assessore regionale (del governo Crocetta) Paolo Ezechia Reale e l’ex senatore del Pdl Pippo Pagano, tra la gioia della leader Meloni, del capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida e del vicepresidente del senato Ignazio La Russa, già si respirava aria di futuro: lo step successivo alla celebrazione dell’evento catanese, infatti, è chiamare a raccolta altri pezzi di vecchi amici del centrodestra, (soprattutto da Diventerà Bellissima e da Forza Italia) per rafforzare le fila di Fratelli d’Italia.
Se a Palermo la base di “Diventerà Bellissima” non nasconde il proprio desiderio di confederarsi con Fratelli d’Italia o con la Lega, nel Trapanese a giorni potrebbe esserci qualche cambio di casacca a beneficio del partito della Meloni: critici del movimento del governatore, esponenti della vecchia destra e consiglieri comunali hanno dato vita in provincia di Trapani ad “Alleanza Trapanese”.
Gli animatori di questo nuovo soggetto politico sono Michele Rallo, Giuseppe Bica, Aurelio Norrito, membri della destra storica della provincia. Si definiscono un movimento d’opinione, ed emerge in particolare la critica rispetto alle scelte di “Diventerà Bellissima”, soprattutto quella del leader Nello Musumeci di avvicinare in qualche modo la Lega. “Noi guardiamo con attenzione Fratelli di Italia”, afferma al ilSicilia.it Giuseppe Bica, già sindaco di Custonaci. “Le dico che io personalmente dovrei incontrare a giorni Giorgia Meloni, poi si vedrà. Noi auspichiamo e speriamo di aprire un dibattito in Diventerà Bellissima, il nostro primo obbiettivo è questo. In sostanza, si ha l’impressione che il vertice del movimento e la sua delegazione al governo regionale si muovano senza alcun collegamento con il nostro territorio, dove pure il presidente Musumeci poteva contare su un robusto nucleo di qualificati esponenti politici che da vent’anni a questa parte sono stati al suo fianco nella lunga battaglia che lo ha infine portato alla presidenza della Regione Siciliana”. Conclude Bica.