All’interno dell’Alcart Festival, alla sua decima edizione, dall’11 al 13 agosto al Parco Suburbano di Alcamo (TP), manifestazione tra musica, arte, letteratura e cinema, sarà presente anche la mostra collettiva “Communico”, nella cornice di Villa Nannini (via Bagolino – Alcamo).
Communico è composto da 13 artisti siciliani che raccontano, attraverso opere visive realizzate con tecniche e linguaggi differenti, e indagano la dimensione alienata e sofferta dell’uomo contemporaneo attraverso la sperimentazione visiva. Uno spazio-corpo ferito, interpretato talvolta come punto di partenza altre volte come nodo, ma mai come punto di arrivo.
Le opere, che spaziano dalla fotografia, al collage, al fumetto, all’installazione polimaterica, saranno allestite all’interno di piazza Bagolino, nella Villa Nannini. Il titolo fa riferimento al bisogno primario dell’uomo di comunicare, di metter in comune, di far conoscere e sapere, attraverso la parola, il segno, e soprattutto il corpo.
Ed è il corpo nella sua rappresentazione a essere centrale nelle geografie di Monia Rugeri (“Geografie”) così come negli scatti di Martina Campanella (“Timide debolezze”) che ne cristallizza la fragilità in uno spazio asettico, vuoto. Un corpo mostrato, visualizzato nelle violazioni della malattia è quello delle post-anatomie di Rossella Puccio (“Dall’altra parte dello specchio“; “Ja mogu govorit Io posso parlare”), installazioni con grumi polimaterici e attraversamenti spettrografici che raccontano di corpi cancellati e ridotti a meri numeri da protocollo.
Corpo-mente è l’indagine di Tiziana Napoli (“Simbiosi”) che scava nei meandri più reconditi della psiche umana per restituirne i lati più intimi; allo stesso modo Fabrizio Scaglione (“Estranei”) con i suoi fotomontaggi dà dignità artistica a mostri, bestie e alieni, specchi distorti di ciò che è il diverso e l’escluso nella nostra società.
La fotografia movimentista di Chiara Vilardi (“Viaggio di introspezione”) racconta di un viaggio all’interno della mente, di momenti e sensazioni provate in passato e consegnate allo spettatore. Con le sue vignette, Giorgia Punzino (“Mancanze”) descrive l’affaticamento fisico a causa della mancanza di qualcosa o qualcuno. Celeste Asaro (“Posiah”) nelle sue tele dipinge Posiah, una ragazza spezzata dalla società ricucita per la società.
Il corpo si frammenta e scompone nelle sue parti, si fa altro, altri, come nei collage di Chiara Volpe (“Split”); mentre quelli più politici di Teodora Pirau (“You will be Deleted”) denunciano personaggi politici controversi che si sono macchiati di crimini contro l’umanità, un’operazione di sottrazione che restituisce questi ‘vuoti morali’, attraverso la rimozione di tasselli che reinventano l’immagine.
Communico è un attraversamento trasversale, dalla visione antropocentrica ci si sposta a una rappresentazione spaziale e temporale in cui l’uomo contenitore-contenuto viene esaltato nella sua negazione, come nei paesaggi contrastanti di Alessia Argento (“Pánta rheî”), il logoramento della superficie diviene espressione di una ferita interiore ed esteriore, il continuo e altalenante dividersi tra perdita e di rinascita.
Con la fotografia di Maria Chiara Budite (“Silenzio dello Stupore”) l’uomo si misura invece con l’assenza di rumore, un’immersione emotiva sospesa nel caos della vita. Ed è proprio la vita, infine, bloccata e restituita nelle sue frammentazioni che anima le opere fotografiche di Emanuela Albiolo (“Respiri”).
Ingresso gratuito.