“Un anno fa, qui al castello, con il professore Sebastiano Tusa, Assessore ai beni culturali e l’identità siciliana ed il direttore generale dell’Assessorato, dott. Sergio Alessandro, varammo la (re)istituzione del Parco archeologico di Pantelleria“, scrive Gaetano Armao, vicepresidente ed assessore all’Economia della Regione siciliana.
“Sebastiano, con la consueta sensibilità ed attenzione, così commentò quel momento: “firmare il decreto di istituzione del Parco proprio sull’isola e alla presenza di tanti cittadini panteschi è per me una doppia soddisfazione: da un lato mantenere una promessa, dando la concreta possibilità di sviluppo e di tutela del territorio, dall’altro il segno della vicinanza del governo Musumeci alle popolazioni delle isole minori, troppo spesso in passato abbandonate ai numerosi problemi con cui debbono confrontarsi giornalmente“”, aggiunge Armao.
“Il professore Tusa, era un siciliano eclettico, attaccato alla terra natia, ma con una grande vocazione internazionale e come tanti era andato via per conseguire la laurea e la specializzazione (all’Università “La Sapienza”di Roma) ed iniziare a lavorare, ma per fortuna ebbe modo di ritornarvi, come purtroppo, invece, non avviene più per troppi nostri giovani, dapprima da docente nell’Università di Palermo e poi da dirigente regionale, con una spiccata propensione alla ricerca. Con lui ho condiviso amicizia, passione per quest’Isola e per la Sicilia, lavoro (é stato uno dei migliori e più innovativi dirigenti quando assunsi la guida dell’assessorato dei beni culturali nel 2010), impegno per istituzioni culturali quali la Fondazione Whitaker (qualche giorno fa a Mozia si è mietuto il grano antico, piantato dopo settant’anni e che lui aveva personalmente voluto), sino a divenire colleghi nel Governo regionale nella primavera del 2018“, scrive ancora.
“In quel momento, facendo prevalere uno spiccato senso del dovere verso le istituzioni sulla passione per la ricerca[1] e sui suoi stessi interessi personali alla carriera amministrativa, decide di offrire “contributi di azione e di pensiero incisivi e decisivi”[2] ed assume l’incarico di assessore i beni culturali e l’identità siciliana. Iniziò così un’affiatata collaborazione purtroppo drammaticamente interrotta il 10 marzo scorso, quando giunse la ferale notizia dell’incidente aereo da Addis Abeba. Mi ha voluto con lui un anno fa per la re-istituzione del Parco archeologico, che avevamo avviato d’intesa già nel 2010, in attuazione della legge regionale n. 20 del 2000, quando ero Assessore ai beni culturali, nell’Isola che con la sua dedizione, già dai primi anni ‘90, era progressivamente divenuta campo di ricerca di studiosi ed Università di diverse parti del mondo“, prosegue Gaetano Armao.
“E tra il 2010 ed il 2011 procedemmo all’assegnazione al Parco delle tre teste imperiali (scoperte, come ricordato dal prof. Thomas Sheffer, il 14 agosto del 2003), dopo una prestigiosa esposizione all’Istituto italiano di cultura a Londra, dedicata all’indimenticabile pantesco d’adozione, Ferruccio Barbera, e delle 3500 monete puniche rinvenute nel mare antistante Cala tramontana[1] con il preciso obiettivo, sempre condiviso, di lasciare nell’Isola i tesori qui rinvenuti ed evitarne il trasferimento in musei lontani. Purtroppo nel 2013 giunse la soppressione del Parco da parte del precedente Governo nell’ambito della rimodulazione del sistema regionale. Questa sconsiderata decisione, che nonostante le molteplici richieste (ricordo le iniziative dell’Associazione “Amici del Parco archeologico di Pantelleria”) non trovò, purtroppo, neanche a nell’Isola opposizioni significative, si basava sulla più che opinabile valutazione della Soprintendenza di Trapani che riteneva: “difficoltosa la perimetrazione e la zonizzazione del Parco. Le aree archeologiche di Pantelleria… difficilmente potrebbero essere assimilate agli altri parchi archeologici regionali”.
“Il 30 gennaio scorso, con l’insediamento del Consiglio regionale dei beni culturali, da lui presieduto, abbiamo rimodulato l’assetto dei parchi archeologici anche al fine di ridurre le strutture amministrative ed ha visto così la luce il “Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria”, che é in progetto di dedicare alla memoria di Sebastiano e di suo Padre Vincenzo, pioniere della moderna archeologia siciliana. Il Parco, a Pantelleria, raccoglie i siti e le testimonianze di una straordinaria sedimentazione storica, culturale ed archeologica che consente in termini diacronici di ripercorrere l’evoluzione delle civiltà del Mediterraneo – il mare più antico della Storia come Sebastiano amava definirlo – si compone del comprensorio archeologico di Mursia con il villaggio dell’età del Bronzo e la necropoli dei Sesi – nel quale scavarono il professore Tusa e, prima, suo Padre -, dell’Acropoli di Santa Teresa, del villaggio di Scauri scalo (dal quale proveniva la rinomata Pantellerian ware) e del tempio di Venere nei pressi del lago, oltre al piccolo museo del Castello. E poi i relitti di Gadir e Scauri e gli innovativi percorsi subacquei tra i reperti realizzati con un impiego innovativo dei fondi europei per lo sviluppo regionale“, aggiunge il vicepresidente.
“Il professore Tusa, nell’instancabile lavoro di promozione dell’archeologia siciliana, aveva altresì disposto, a febbraio scorso, il finanziamento della prosecuzione degli scavi archeologici e la sistemazione dell’intera area archeologica a Mursia, insieme ad altri otto siti in Sicilia, per circa 500 mila euro. Un collega amministrativista col quale condividiamo gli studi del diritto dei beni culturali, il prof. Lorenzo Casini, ha pubblicato qualche anno fa un libro dal titolo “Ereditare il futuro”, credo che sia l’efficace sintesi concettuale della responsabilità che deve animare coloro che guardano alla moderna gestione del patrimonio culturale. E questo futuro, a Pantelleria, vogliamo continuarlo a declinare con i progetti, la visione, la capacità divulgativa e la passione scientifica di Sebastiano Tusa“, prosegue.
“A partire dalla realizzazione, confermata dal Presidente della Regione Musumeci in occasione della recente visita nell’Isola, del Museo allocato in questo Castello che potrà essere definitivamente concesso al Comune dalla Regione quando ci verrà trasferito dallo Stato. E poi con quanto potrà continuare a donare a Pantelleria con la sua attività di ricerca la Soprintendenza del mare, della quale egli volle caparbiamente l’istituzione nel 2004 facendone il fiore all’occhiello dell’amministrazione regionale dei beni culturale ed il riferimento dall’archeologia subacquea mondiale, ed alla cui guida il Presidente della Regione ha appena chiamato Valeria Li Vigni Tusa“.
“Voglio concludere rivolgendo due proposte all’Amministrazione comunale: la prima, l’intitolazione di una strada a Pantelleria al professore Tusa, la seconda, l’istituzione, il 14 agosto, proprio per le molteplici ricorrenze ricordate, della “giornata dell’archeologia a Pantelleria”, nella quale incontrarsi annualmente per fare il punto sugli sviluppi di ricerche, scoperte e nuove iniziative, che le istituzioni, le diverse Università italiane ed europee e gli studiosi conducono nell’Isola e sostenerne la divulgazione sui media e nell’opinione pubblica.
Mi sembra il miglior modo di ricordare uno straordinario uomo di cultura che troppo presto ha lasciato la Sicilia e ciò che amava“, conclude Gaetano Armao.