“Prima i siciliani“ o meglio: “prima la gente del Sud“. Oramai è chiaro il segnale che il presidente della Regione Nello Musumeci lancia a Roma da mesi. Ed è abbastanza chiaro anche il suo progetto politico che in questo periodo, al di là dei suoi rapporti non facili con Fratelli di Italia e con la Lega di Salvini, vuole portare a termine. Il governatore ha i piedi ben saldati per terra. Non fa scelte di pancia ma il suo new deal è abbastanza chiaro. Idea ampiamente condivisa dal suo braccio destro al governo, l’assessore alla sanità, Ruggero Razza.
La sua maggioranza ha numeri risicati all’Ars, ma Musumeci vuole andare a sedersi nei tavoli di Roma come leader politico ‘meridionalista’ partendo proprio dal suo ruolo istituzionale. Nessuna smania al momento di confluire in nessun circuito politico nazionale, ma con il suo movimento che ha un forte radicamento territoriale, vuole confrontarsi con gli altri governatori e con il governo centrale, per “mettere la Sicilia al centro di un rapporto federativo con una forza nazionale di centrodestra”.
Non è una novità che il presidente, attraverso le sue note, bacchetti questo marasma politico che si sta osservando in questi giorni. Lo scopo è sempre quello: mettere in risalto la questione del Sud Italia e, con esso, la Sicilia. Tempo fa ha usato toni acerbi nei confronti di Toninelli affermando che: “Il ministro Toninelli è una calamità nazionale, possiamo dirlo? Non si capisce perché nel caso del Ponte di Genova si agisca nell’arco di pochi mesi, mentre in Sicilia possono passare anche 5 anni”.
Oggi le canta a questo nuovo governo Conte Bis dove i protagonisti sono il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico.
“Il Sud Italia – scrive su Facebook il presidente Musumeci – continua ad essere vergognosamente il grande assente nel confronto politico di questi ultimi giorni sul probabile nuovo governo M5S e Pd. È la conferma di quanto andiamo sostenendo da mesi: il Mezzogiorno rimane, per alcune forze politiche, soltanto un grande contenitore di voti e gli elettori meridionali considerati come donatori di sangue fino all’anemia. Di quel sangue, proprio in questi giorni, si fa “mercato nero” nei palazzi romani”.
“Si vuole condannare il Sud – prosegue il governatore – a vivere di assistenzialismo e ancorarlo a una irrecuperabilità che alimenti solo rassegnazione e fuga dei giovani. E invece il Meridione, nella sua drammatica condizione, dovrebbe essere una priorità nel programma di qualsiasi governo, per una credibile manovra anticiclica e una seria strategia di sviluppo”.