Nessun accordo preso a tavolino. Nessun incontro tra i gruppi parlamentari. Ma è abbastanza chiaro che a Palazzo dei Normanni il Pd e il M5s si comportano quasi da partner politici. A benedire questa fratellanza, il neo governo romano gestito dalla strana coalizione di maggioranza tra il Partito democratico e i grillini. Come dire: dall’odio può nascere un vero amore. E il governo a firma di Conte bis ne è la prova, almeno politicamente parlando. Se i grillini siciliani cercano di tenere basso il profilo in merito a questa amicizia, il capogruppo all’Ars del Pd, Giuseppe Lupo, non usa mezzi termini per evidenziare il proprio intendimento: “Penso che il campo del confronto sia normale nelle commissioni, luogo dove si sviluppa la dialettica parlamentare. Sul tema nazionale bisogna trovare una convergenza”.
Il 10 settembre i deputati regionali torneranno a Sala d’Ercole. Il primo banco di prova dell’opposizione, rigenerata dal cambio di rotta romano, sarà la nuova legge sugli Ato rifiuti in Sicilia. Norma che sta molto a cuore al governatore e al suo partito ma che rischia di essere ‘smontata’ dal Pd e dal Movimento 5 stelle: “La riforma Musumeci sugli Ato rifiuti – dice Lupo – non sta in piedi è deficitaria su tutti i punti, la riforma è sbagliata, non risolve il problema di smaltimento rifiuti e rischia di far rimanere per strada i lavoratori che stanno nel settore”.
Il luogotenente di Zingaretti a IlSicilia.It getta la prima pietra sulla costruzione di macro aree che potranno essere condivise dai due partiti. Uno su tutti l’ambiente: “C’è una sensibilità anche da parte del movimento 5 Stelle sulle tematiche ambientali come il disegno di legge sul plastic free. Oppure temi che riguardano riserve, parchi, e deforestazione”. Continua il capogruppo del Pd.
Proprio sulle deforestazioni, Lupo pigia il piede sull’acceleratore e critica aspramente il governo Musumeci riguardo ai vasti incendi avvenuti in tutta la Sicilia qualche mese fa: “Musumeci dimentica di dire che fine ha fatto la sua annunciata riforma del comparto, e non fa riferimento alle dichiarazioni di fonte sindacale dalle quali risulterebbero invece gravi carenze e ritardi da parte della Regione nell’implementazione di interventi dedicati alla prevenzione e mitigazione del rischio, e nella programmazione e gestione delle dotazioni strumentali per l’intervento. In particolare la realizzazione dei viali parafuoco avrebbe, verosimilmente, ridotto la possibilità di incendi. Non risulta chiaro se le competenti strutture dell’amministrazione regionale abbiano adottato gli interventi previsti dalla vigente disciplina nei confronti dei proprietari di fondi incolti adiacenti alle aree boschive proprio con scopi di prevenzione, così come non è chiaro se le dotazioni strumentali, con particolare riferimento agli automezzi del servizio antincendio della Regione, siano effettivamente pienamente operative ovvero se una parte degli stessi mezzi risulti non attivo per carenze nella manutenzione”.
Il capogruppo del Partito democratico, dice che al rientro in Aula attende le risposte da parte di un governo regionale che egli definisce “nato già morto“: “Musumeci dovrà rispondere all’Assemblea rispetto a una serie di cose: ha riportato un ritardo notevolissimo nell’approvazione di documenti finanziari di estrema rilevanza, come il rendiconto, siamo già sostanzialmente in autunno è anche tempo che il governo parli di una legge di stabilità e del bilancio 2020. Ha accumulato ritardi preoccupanti e in tutto questo non si parla minimamente di alcuna riforma che possa aiutare la Sicilia per superare le difficoltà storiche”.
In più il governo Musumeci oltre all’aspra opposizione che troverà in Aula al rientro dei lavori, dovrà essere abbastanza capace politicamente di interloquire con un governo nazionale di segno opposto e che potrebbe mettere i bastoni fra le ruote sui provvedimenti siciliani: “Sicuramente non troveranno più a Roma gli amici di Salvini – afferma Lupo – che sembravano essere cari al presidente Musumeci. Ricordiamo che il presidente Musumeci e l’assessore Razza hanno favorito all’assemblea un nuovo gruppo parlamentare, Ora Sicilia, che sostanzialmente si proponeva come un gruppo parlamentare di sostegno alla lega di Salvini (vicinanza smentita seccamente dalla Lega, ndr). Una mossa sbagliata da parte del governatore che tende a isolarsi anche alla luce della nuova compagine di governo”.