Neanche il tempo di far nascere il nuovo governo che l’ex ministro dell’interno Matteo Salvini viene investito da una pioggia di contestazioni, che – c’è da scommettere – aumenteranno da qui al prossimo futuro. Fra queste, una non indifferente è quella relativa alla gestione degli sbarchi di immigrati quando era ministro dell’Interno.
Che il cambio di passo c’è stato o è nell’aria lo si vede poi dal numero di Ong presenti con imbarcazioni nel Mediterraneo, che negli ultimi giorni si è moltiplicato.
E come se non bastasse, l’ex ministro è indagato per diffamazione dopo la denuncia presentata a luglio da Carola Rackete comandante della Sea Watch3. Nelle scorse settimane, in base a quanto si apprende, la Procura di Roma ha proceduto all’iscrizione di Salvini e ha inviato gli atti a Milano, dove il leader della Lega ha la sua residenza, per competenza territoriale.
Rackete ha chiesto anche ai magistrati il sequestro preventivo dei profili social attraverso cui “risultano pubblicati e diffusi i contenuti diffamatori e istigatori con specifico riferimento alle pagine Facebook e Twitter dell’account ufficiale di Matteo Salvini”.
I pm milanesi stanno “valutando” gli atti. L’indagine è affidata al pm Giancarla Serafini. Non è ancora stato deciso se ascoltare a verbale l’ex ministro. Nella denuncia la capitana, rappresentata dall’avvocato Alessandro Gamberini, aveva spiegato che le esternazioni di Salvini sul caso Sea Watch, “sono state aggressioni gratuite e diffamatorie alla mia persona con toni minacciosi diretti e indiretti”.
Secca la replica di Salvini: “Queste sono medaglie per me”.
Rivelazioni della Trenta: “Non meritavo l’esclusione. Ho lottato più di tutti contro Salvini
Chi non le manda a dire è poi l’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, sostituita dal Pd Lorenzo Guerini: “Sapevo che non mi avrebbero lasciata al ministero, ma non sono contenta, non meritavo tutto questo”.
“Sono stata una delle persone che ha lottato più di tutti contro Salvini”, afferma candidamente Trenta, che aggiunge: “Voglio stare zitta perché in questo momento potrei dire di tutto e contro tutti”. “Non so se Luigi Di Maio mi abbia difeso, queste cose vanno valutate a freddo e non a caldo. Adesso ho mille pensieri contrastanti. E tanta rabbia. Ma voglio fare io una domanda: il ministero della Difesa è un ministero importante, il Viminale è un ministero altrettanto importante. È opportuno che ci siano due correnti politiche in entrambi i dicasteri? Siamo sicuri che i tecnici siano abbastanza tecnici? Il mio successore – spiega – è del Pd. Quindi devo pensare che Lamorgese lo sia. Non so cosa dire. Anzi, non mi va più di parlare. Ho da fare”.