Sono 340 alla Camera e 163 al Senato, i voti blindati su cui potrà contare il governo Conte bis lunedì e martedì al momento della fiducia nei due rami del Parlamento.
Sono le cifre che si ottengono sommando i seggi dei tre gruppi parlamentari (M5s, Pd e Leu) che sostengono il nuovo esecutivo, sottraendo i parlamentari dissenzienti e gli assenti giustificati. A questi potrebbero comunque aggiungersi altri voti favorevoli, compresi quelli dei senatori a vita.
Il Conte Bis supera sulla carta la maggioranza assoluta di Camera (316) e Senato (161), anche se per la fiducia basterà la maggioranza semplice dei presenti. Alla Camera la maggioranza può contare sui 216 eletti di M5s, 111 del Pd e 14 di Leu: in tutto 341.
Mancherà tuttavia la neo mamma Francesca Businarolo (il 22 agosto è nato il secondogenito Nicola). Altri 4 voti dovrebbero giungere da Civica Popolare di Beatrice Lorenzin mentre i tre di +Europa (Bruno Tabacci, Riccardo Magi e Fusacchia) e i tre del Maie scioglieranno la riserva lunedì.
In Senato i numeri sono più risicati, ma grazie alla convergenza di quasi tutti i partiti, tranne le forze di centrodestra, anche qui la maggioranza dovrebbe essere garantita: i tre gruppi che sostengono il governo contano in teoria su 162 seggi (107 M5s, 51 il Pd e 4 Leu); tuttavia il pentastelalto Gianluigi Paragone ha annunciato che negherà la fiducia a Conte (o si astiene o vota contro), mentre Mario Giarrusso e il Dem Matteo Richetti sono indecisi.
Ai 159 sicuri se ne aggiungono due del gruppo delle Autonomie (Pierferdinando Casini e Gianclaudio Bressa), nonché quelli del socialista Riccardo Nencini, e della ex M5s Paola Nugnes. Altri tre M5s potrebbero aggiungersi ai favorevoli (Gregorio De Falco, Maurizio Buccarella, Saverio De Bonis) nonché Ricardo Merlo e Adriano Cario, esponenti del Maie eletti nella circoscrizione Estera del Sud America.
Chiaramente, questi sono i numeri ufficiali, perchè proprio in Senato potrebbero esserci sorprese nel caso in cui la fronda dei grillini contro il voto di fiducia dovesse aumentare e nel caso di defezioni da parte di forze non presenti nell’area di governo. C’è chi pensa che qui possa avvenire uno sgambetto e il governo caro ai poteri forti e alle cancellerie internazionali presieduto da “Giuseppi” Conte scivolare sotto il peso di qualche voto contrario o di qualche assenza eccellente.
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