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Nell’ambito della rotazione dei dirigenti voluta dal presidente Nello Musumeci, il nuovo direttore del Polo regionale Museo Riso, Luigi Biondo, si è ufficialmente insediato.
Biondo arriva direttamente dal Museo regionale Agostino Pepoli, dove al suo posto è andato il palermitano Roberto Garufi, proveniente dall’Assessorato al Turismo.
Abbiamo incontrato il neo direttore nella sede istituzionale, all’interno di Palazzetto Agnello, del Polo del Museo Riso che comprende, oltre al Palazzo Belmonte Riso, anche Palazzo D’Aumale a Terrasini, il Castello Medievale di Caccamo, il Real Albergo delle Povere, la Cappella dell’Incoronazione e l’Osservatorio Paleontologico.
“Trovo molto interessante l’alternanza nuova che ha agito il presidente Musumeci – ci ha detto – perché permette un maggiore frazionamento dei poli e dunque una maggiore attenzione, più puntuale, sui territori. Questo non rende più facile il nostro lavoro, anzi, ma ci offre l’opportunità di recepire meglio le richieste del territorio“.
Negli anni dei attività all’interno sempre dei Beni Culturali Biondo, come racconta, ha riempito il suo bagaglio, simbolico, di esperienza e crescita di tanti tasselli che è pronto a spendere anche nelle vesti di questo nuovo ruolo.
“La varietà di luoghi, legati alle pertinenze del Polo del Museo Riso, e dei temi legati all’arte contemporanea mi offrono diversi spunti su cui lavorare e agire, seguendo quella che chiamo la mia ‘stella Polare’ ovvero l’amore e l’attenzione per tutto il patrimonio che abbiamo qui in Sicilia“.
Idee chiare e linee guida propositive che, negli intenti di Biondo, porteranno il Riso ad essere più che un museo da visitare una tantum una “casa dell’arte” da frequentare con assiduità.
“Personalmente non sono favorevole agli eventi singoli – continua nella video intervista – ma alla creazione di percorsi da approfondire, tra i quali quelli legati alla memoria e all’ecologia dell’ambiente“.
Neanche il taglio di risorse economiche, spada di Damocle che pende sulle realtà culturali e non solo, sembra scoraggiare il neo direttore Biondo: “Non ritengo sia un grosso problema, credo molto nel contributo che possono dare i privati e penso che soprattutto nei momenti di difficoltà sappiamo dare fondo alla nostra creatività. L’unica risorsa indispensabile – conclude – è l’amore per ciò che si fa, è questa spinta che porta poi fondi, attenzione e crescita collettiva“.