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Ancora bagarre all’Ars, l’opposizione: “Il governo va azzerato”

martedì 24 Settembre 2019
ars

Il governatore Musumeci non è presente in Aula a Palazzo dei Normanni. Ma il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, come aveva già annunciato, ha fatto ciò che ha promesso.

Miccichè dal suo scranno più alto a Sala d’Ercole ha letto un documento in cui non era altro che una sorta di memorandum di come sono andati in questi mesi i lavori del Parlamento siciliano, relativamente ai collegati e all’emergenza finanziaria in cui si trova la Regione.

Il leader di Forza Italia in Sicilia non ha gradito la conferenza stampa del governatore in merito al disavanzo finanziario della Regione Siciliana. Musumeci giorni fa davanti ai giornalisti ha detto: “Come sapete i collegati appartengono al Parlamento e noi per stile non interveniamo nel lavoro del Parlamento“.

Gianfranco Miccichè
Gianfranco Miccichè

Parole che non ha digerito Miccichè; proprio per questo, durante l’apertura dei lavori Miccichè ha dichiarato: “I collegati non sono un capriccio o una invenzione del Parlamento come è stato detto ma sono stati richiesti dall’esecutivo per velocizzare i tempi dell’approvazione del bilancio entro una data tale che evitasse lunghi esercizi provvisori. Non ho dubbi che le leggi di riforma siano necessarie alla Sicilia così come non ho dubbi che non esiste nessuna responsabilità di questo governo circa la situazione finanziaria che si è venuta a creare. Ma non si può dare nessuna responsabilità a questo parlamento. Né di avere inventato i collegati, che sono stati richiesta del governo della regione, né sulle leggi che non sono state approvate“, ha aggiunto Miccichè.  “Ne sono state approvate tantissime quando c’è stato il tempo di farlo”, ha aggiunto Micicchè, “ma se da dicembre siamo bloccati con i collegati non definiti, questa non è responsabilità del parlamento”. “Se fossimo stati avvisati già nel giugno di questo anno”, ha aggiunto il numero uno di Palazzo dei Normanni, “invece che andare appresso ai collegati avremmo potuto mettere in esame le leggi a cui fa riferimento il presidente della Regione“.

Oramai è sotto gli occhi di tutti, la posizione finanziaria e politica del governo Musumeci non è delle migliori. Se la maggioranza è quasi invisibile da molto tempo, adesso il presidente Musumeci e la sua squadra, hanno da risolvere un grande problema: la situazione complessa dei collegati e la crisi finanziaria.

Giorni fa il nuovo governo romano, sostenuto da Cinquestelle e Pd ha impugnato la norma del collegato che scongelava le risorse per numerose categorie, dal trasporto pubblico, ai forestali, passando per teatri ed enti “pararegionali”. In tanti casi si tratta di stipendi.  Gli articoli colpiti dalla scure romana sono cinque: quello che riguarda gli appalti, quello che ha prorogato le concessioni per le tratte del trasporto pubblico locale, la norma che si occupa di dismissione del patrimonio sanitario, quella che eroga 250 milioni alle ex province e soprattutto la norma che aveva scongelato i fondi che, durante la Finanziaria, in attesa dell’accordo con lo Stato, erano stati bloccati.

A questo va aggiunto che le spese attive del collegato della V Commissione sono state tutte stralciate. Sino all’anno nuovo nessuna spesa è possibile. Quindi che fare? Dalla commissione al Bilancio oggi a Sala D’Ercole è arrivato un maxi emendamento ridotto alle ossa. Ma non verrà discusso oggi.

Preciso che l’eventuale accoglimento da parte della Corte costituzionale dell’impugnativa” da parte del CdM di parte delle norme del “collegato” generale all’ultima legge regionale di stabilità “determinerebbe un peggioramento del disavanzo pari a 64,4 milioni di euro“. Aggiunge il presidente Gianfranco Miccichè, comunicando in aula la decisione del Consiglio dei ministri di impugnare gli articoli 5, 12 e 15 del collegato generale. Il disavanzo della Regione al momento è pari a 7,2 miliardi, di cui 1 miliardo circa di maggiore deficit.

cracoliciIl capogruppo di Diventerà Bellissima, Alessandro Aricò, cerca di gettare acqua sul fuoco, spingendo i gruppi parlamentari ad accelerare i lavori e iniziare la discussione sulla riforma dei Rifiuti. Arriva in aiuto al governo Musumeci anche Vincenzo Figuccia, che chiede un atto di responsabilità a tutto il Parlamento per evitare bagarre e conflittualità politiche interne.

Chi mette benzina sul fuoco su  questa situazione politica di Palazzo dei Normanni è chiaramente l’opposizione.

Cracolici deputato del Pd, rivolgendosi a Miccichè ha dichiarato: “Alla luce delle sue parole il governo va azzerato per evidente inadeguatezza alla situazione drammatica della Regione siciliana. La invito a una riflessione che sia all’altezza della gravità dei problemi che lei ha posto“, ha aggiunto l’esponente del Pd.

 

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