Un albero genealogico politico, composto da posizioni fiduciarie e poltrone amministrative. Forza Italia cambia pelle nella sua direzione, ma nel capoluogo dell’Isola, sembrerebbe avere sempre gli stessi loop sistemici. Potremmo chiamarla la grande famiglia o comunque: “familia vale todo” diceva un detto spagnolo. Il raggio d’azione intercettato racchiuderebbe qualche parentela palermitana attorno ai politici Giuseppe Milazzo e Giulio Tantillo; due veterani del partito di Silvio Berlusconi i quali hanno condiviso numerose battaglie elettorali. Un aereo che parte da Palazzo delle Aquile e arriva diritto a Bruxelles passando per lo Iacp e l’Amap.
Ma procediamo con ordine. L’ex deputato all’Ars, Giuseppe Milazzo , vince le elezioni europee di maggio 2019. Milazzo fa parte del gruppo del partito popolare europeo insieme al suo leader Silvio Berlusconi con cui si immortala in qualche selfie. A quanto pare, stando al sito del parlamento europeo, piazza suo suocero, Pietro Matranga come “collaboratore” locale di Raffaelle Stancanelli. Anche lui deputato di Bruxelles, uomo di Fratelli di Italia membro del Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei. Pietro Matranga è un navigato della politica palermitana. E’ stato assessore della Giunta Cammarata ed ex componente del cda di Amia Esseme. Oggi è un pensionato della Serit. Ma il garbo politico da parte di Stancanelli nei confronti della ‘Milazzo family’, a quanto pare è stato ricambiato, oppure è solo un caso di omonimia. L’ex senatore di Regalbuto pare abbia inserito il cugino Vincenzo nello staff di Milazzo a Bruxelles. Ma l’operazione di ‘switch’ parentale potrebbe essere già terminata dopo pochi mesi dall’elezione dei due deputati europei.
Ma nuovi arrivi da Palermo sino al nord Europa ed esattamente in Belgio, potrebbero dare manforte al lavoro del forzista Milazzo. Severino Moschetti, ex candidato al consiglio comunale in una lista a favore di Leoluca Orlando, dovrebbe accedere nelle stanze di Bruxelles come collaboratore. Severino è il figlio di Nunzio Moschetti. Moschetti senior a novembre del 2018 venne nominato presidente dell’Istituto Autonomo per le case popolari (Iacp) di Palermo dal governatore Nello Musumeci. Moschetti, uomo vicino a Forza Italia ed ex consigliere comunale, aveva in affitto un immobile (poi passato al figlio Severino) dell’ente e a cui doveva pagare – almeno sino al 2018 – 31mila euro di affitti. Una questione che avrebbe creato qualche problema al presidente della Regione Musumeci, che lo aveva nominato. Mandato che poi è stato bocciato in prima commissione all’Ars qualche mese dopo.
Ma la famiglia di Forza Italia attraverso delle nozze, ha rafforzato la sua prestanza politica nel capoluogo siciliano. Il genero di Moschetti, Gianfranco Arone di Valentino, pare che, dopo aver navigato per molti anni nel Pdl ed essere stato nell’entourage di Francesco Cascio, ad oggi siede in una poltrona di prestigio nel collegio sindacale dell’Amap. Una foto di famiglia che immortala un consolidamento del partito di Silvio Berlusconi a Palermo.
Ma ancora vanno aggiunti dei pezzi mancanti. Severino Moschetti è il genero di Giulio Tantillo, il consigliere comunale e vice presidente del consiglio, che pare abbia piazzato due suoi figli in ruoli istituzionali. Federica è stata protagonista delle cronache giornalistiche insieme all’esercito dei cosìddetti D6. Tecnicamente si tratta di una qualifica del personale dell’Ars (dirigente di sesta fascia economica) alla quale viene parametrata la disponibilità economica. Cinquantottomila euro circa la disponibilità annua lorda. Ma spesso i deputati non la usano per pagare una sola persona. Sono i nuovi collaboratori, portaborse e impiegati dei gruppi Parlamentari e dei singoli deputati. Per effetto di una norma voluta dal governo Monti, infatti, da questa legislatura non si può più procedere con i rimborsi ai deputati in busta paga, ma esiste una dotazione economica che ogni deputato può indicare all’Ars come usare per pagare i suoi collaboratori. Mentre il figlio Fabrizio sarebbe assistente parlamentare del deputato nazionale di Forza Italia, Francesco Scoma.
“I figli…so pezzi ‘e core” titolava il film del 1981 diretto da Alfonso Brescia. Ed è tutto un affare di famiglia.