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Il Teatro Biondo apre le porte all’arte contemporanea inaugurando, in occasione dell’apertura della nuova stagione, venerdì 25 ottobre (ore 19), il progetto BiondArte.
L’obiettivo è favorire il dialogo e l’incrocio tra linguaggi diversi: in quest’ottica, dopo aver accolto l’installazione Stanze di Gianluca e Massimiliano De Serio, realizzata in collaborazione con la Fondazione Merz, si inaugurerà nel foyer della Sala Strehler la mostra fotografica “Paesaggi temporali“, nella quale tre fotografi siciliani indagano i fenomeni atmosferici in relazione al paesaggio: La nebbia di Giovanni Franco, La pioggia di Michele Ginevra e Il vento di Filippo Sproviero.
La mostra, un viaggio nei luoghi, urbani e naturali, alla ricerca di sintonie con gli stati d’animo, si potrà visitare fino all’11 novembre, prima delle rappresentazioni degli spettacoli.
Il prossimo appuntamento con BiondArte sarà il 3 novembre, stessa ora, per l’inaugurazione della mostra fotografica Macerie e tacchi a spillo di Piero Tauro, dedicata allo spettacolo Palermo Palermo di Pina Bausch e realizzata in collaborazione con le Orestiadi di Gibellina.
La mostra sarà allestita nello Spazio Guicciardini nell’ambito di una giornata dedicata alla coreografa tedesca in occasione del trentennale dello spettacolo e realizzata in collaborazione con la Pina Bausch Foundation.
Gli appuntamenti continueranno nel corso della stagione anche attraverso la collaborazione con BAM, Biennale Arcipelago Mediterraneo. Gli allestimenti e l’arredo degli spazi di accoglienza del Teatro saranno curati dagli allievi della Facoltà di Architettura dell’Università di Palermo coordinati da Giuseppe Marsala.
Ad arricchire questa nuova ‘finestra’ in programma anche una rassegna di quattro “spettacoli d’arte”, che verranno proposti al Teatro Montevergini in collaborazione con la Fondazione Federico II.
“Ogni arte, già da decenni, fatica a restare confinata nella propria casella – ha spiegato la direttrice del Teatro Biondo Pamela Villoresi – Ognuno sconfina nell’arte dell’altro, cercando armonie, sinergie, contrasti, nuovi codici espressivi, insomma più libertà. Gli artisti sentono l’esigenza di andare oltre, di creare qualcosa che non sia più definibile. Il Teatro Biondo non può restare insensibile di fronte a queste pulsioni e se ne vuole fare carico, affiancandosi al prezioso lavoro della fondazione Federico II nella ricerca e promozione dei giovani talenti“.