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Dopo la presentazione, lo scorso novembre al MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo a Roma, la mostra “Zerocalare scavare fossati ∙ nutrire coccodrilli” giunge a Palermo, allo spazio ZAC – Zisa Zona Arti Contemporanee, arricchita e rinnovata da un’istallazione site specific, l’illustrazione Stessa Barca, omaggio dell’artista, all’anagrafe Michele Rech, alla diversità e alla convivenza che avvolge i visitatori e che, in qualche modo, omaggia Palermo.
Il titolo dell’esposizione, ideata da Silvia Barbagallo e organizzata nei tre nuclei tematici Tribù, Lotte e Resistenze e Pop, nasce da una suggestione biografica dell’autore e da una riflessione di stringente attualità sul momento storico che viviamo.
Da una parte i coccodrilli e i fossati sono la metafora di una condizione interiore all’artista, dall’altra rappresentano l’avanzare dei timori originari dell’uomo legati all’invasione e alla paura dell’altro, le barriere alzate per la salvaguardia del proprio territorio.
”Se c’è una cosa che ho sempre odiato – dice l’artista- è la rappresentazione delle periferie come monoliti, schiacciate nella narrazione del degrado o del mito del buon selvaggio…Nella stessa famiglia, anche nello stesso individuo, esistono identità, passioni e interessi diversi. Un marasma variegato che sopravvive e si arrabbiata, schiacciato nella stiva della stessa unica barca. Anche nel tempo in cui tutti la raccontano come una competizione o come una regata tra barche diverse in lotta tra loro”.
Sottocoperta, le figure disegnate da Zerocalcare sono assiepate in groviglio di espressioni, posizioni, storie, in una composizione affollata di gente.
Tutti i personaggi che da sempre abitano l’immaginario dell’artista – Lady Cocca, il Secco, il Cinghiale, Katia, il Deprecabile, Yoda e molti gli altri – e che qui, per la prima volta, vivono tutti nello stesso spazio, suscitando una stringente riflessione sul tema della convivenza.
I soggetti sono presi a prestito per raccontare la complessa storia della coabitazione tra le genti, in un momento storico in cui la convivenza tra individui è sempre meno integrata, e gli spostamenti di intere comunità costringono a un inevitabile ripensamento dei confini etnici.
Zerocalcare riflette qui senza retorica sul tema dei diritti civili e della condizione dello ‘stare insieme’ come opportunità e non come condanna: “ Se c’è una cosa che ho sempre odiato – dice – è la rappresentazione delle periferie come monoliti, schiacciate nella narrazione del degrado o del mito del buon selvaggio“.
Questo grande affresco di diversità diventa il set ideale dove sono esposti gli oltre cento fumetti, le illustrazioni e le tavole originali che compongono la mostra, disegnati dall’artista nel corso dell’ultimo quindicennio.
Stessa barca, alla quale si accede a piedi scalzi o con appostiti calzari usa e getta, forniti all’ingresso, è anche la quinta che fa da scena alla vita dell’artista leggibile sul pavimento e raccontata attraverso una timeline ragionata, redatta da Oscar Glioti.
Poster, tavole originali, copertine che ripercorrono tutto il suo lavoro: entrando si è accolti dalla sezione Tribù dove trovano spazio le locandine pensate per concerti di musica punk, circa quaranta tavole illustrate, loghi e magliette disegnate da Rech come omaggio alla complessità del movimento.
La mostra continua con Lotte e Resistenze, un affondo sui temi sociali e politici attraverso una selezione di opere che ritraggono i diversi movimenti di opposizione sociale degli ultimi anni.
Il viaggio dentro la storia dei diritti civili prosegue e si distende nella sezione Pop, il divertente capitolo espositivo che include illustrazioni e fumetti ispirati a vicende biografiche; all’interno è presente anche una reading room dove sono raccolti i volumi illustrati e una selezione di disegni raccolti dal fan club dell’autore.
La mostra, fruibile fino al 12 gennaio 2020, è promossa dal Servizio Musei e Spazi Espositivi Comune di Palermo, realizzata dal MAXXI Museo nazionale delle Arti del XXI secolo, co-prodotta da Minimondi Eventi.
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