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L’occasione privilegiata del restauro del soffitto dipinto della Sala dei Baroni del Complesso monumentale dello Steri (piazza Marina, 61) ha dato l’input per la realizzazione della mostra “Chiaromonte – Lusso, prestigio, politica e guerra nella Sicilia del Trecento – Un restauro verso il futuro”, eccezionale raccolta di opere originali del ‘300 che tende a valorizzare il complesso monumentale in cui è inserita.
La mostra, fortemente voluta dall’Università degli Studi di Palermo, curata dai docenti dell’Ateneo Maria Concetta Di Natale, Marco Rosario Nobile e Giovanni Travagliato, racconta, attraverso una serie di opere originali dei più svariati materiali e tecniche, riproduzioni e filmati, l’ascesa al potere della signoria chiaromontana, che, con le sue strategie politiche e le committenze architettoniche e artistiche, caratterizza il Trecento siciliano.
Nella percezione comune e collettiva, infatti, essa coincide con la nascita e l’affermazione di un baronaggio isolano che compete, entra in conflitto e si confronta con la Corona.
Una narrazione che, con profili differenti e il sopraggiungere di altre contingenze storiche e personalità, contraddistingue l’intera vicenda isolana di età tardo medievale e moderna.
Nella costruzione di miti identitari, e i Chiaromonte lo testimoniano, a partire dall’invenzione di uno stile “chiaromontano”, va tenuta sempre più in considerazione la rete di relazioni mediterranee che legano l’arte del Trecento siciliano non esclusivamente alla ingombrante storia normanno-sveva precedente, ma a percorsi mediterranei che toccano le altre grandi isole del Mare Nostrum, Napoli, la Toscana, il Sud della Francia e, naturalmente, la Corona d’Aragona.
La mostra si articola in tre spazi espositivi, di architettura chiaromontana, all’interno del complesso dello Steri: la chiesa di Sant’Antonio Abate, la Sala delle Armi e la Sala dei Baroni.
Nella chiesa di Sant’Antonio Abate vengono esposte opere di arte sacra del XIV secolo legate alla committenza nobiliare ed ecclesiastica, tra cui emergono il Crocifisso gotico-doloroso, oggi nella Cattedrale di Palermo, donato nel 1311 da Manfredi [I] Chiaromonte, già nella cappella di patronato familiare nella ormai distrutta chiesa di San Nicolò alla Kalsa, e la piccola icona con la Madonna Haghiosorítissa tradizionalmente portata nel 1309 a Palermo dal Beato Atanasio Chiaromonte, fratello di Federico [I], patriarca di Alessandria d’Egitto.
Nello stesso spazio sono esposti codici miniati, dipinti su tavola, croci dipinte e suppellettili liturgiche, da calici a reliquiari, provenienti tra l’altro dalle Arcidiocesi e dalle Diocesi di Palermo, Monreale, Agrigento, Acireale, Caltagirone, Catania, Cefalù, Mazara del Vallo, Messina, Nicosia, Piazza Armerina e dalla Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, dal Museo Archeologico Regionale “A. Salinas”, dalla Biblioteca Centrale della Regione Siciliana “A. Bombace” e dal Museo Diocesano di Palermo, tutti parte attiva nell’organizzazione dell’iniziativa.
Da collezioni pubbliche e private giungono preziose tavolette dipinte nel recto e nel verso, già inserite in gonfaloni processionali, che ricreano l’ambientazione che doveva avere la chiesa con i suoi arredi originali.
Nella Sala delle Armi, passando dal sacro al profano, vengono esposti alcuni campioni esemplificativi delle tavole del celebre soffitto dipinto della Sala dei Baroni e si può trovare imbandita una suggestiva tavola con ceramiche e vetri originali dell’epoca custoditi nei depositi del Museo Salinas.
Alla raffinatezza di questi ultimi viene affiancata e contrapposta la semplicità delle stoviglie coeve di uso comune; e poi ancora rari cofanetti in avorio, legno dorato e pastiglia, capitelli e frammenti architettonici, manoscritti letterari e documenti in pergamena e carta, provenienti da diversi archivi e biblioteche dell’Isola, disegni e incisioni, completano l’allestimento della Sala, dove non mancano spazi dedicati alla documentazione dei restauri storici, e di quello attuale, del soffitto della Sala dei Baroni, con un esempio della sua ricostruzione in 3D, realizzata da Fabrizio Agnello.
Un altro video presenta le emergenze architettoniche chiaromontane ancora visibili in Sicilia mentre, per l’occasione, è stato realizzato un plastico che presenta uno spaccato dello Steri nella sua configurazione trecentesca.
A fare da sottofondo musicale, che mira a ricreare un’atmosfera coeva all’esposizione, dei brani musicali del Trecento, sacri e profani.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni, dalle 10 alle 18, fino al 6 gennaio 2020; ingresso libero.