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Caos Pd a Messina, Starvaggi beccato alla Leopolda di Renzi. “Si dimetta”

lunedì 28 Ottobre 2019
starvaggi

Il caos del Pd messinese potrebbe investire altre città siciliane. Ma la domanda è: quanti politici, per lotte interne e veleni, trasfugheranno dal partito per approdare nel nuovo contenitore di Matteo Renzi, Italia Viva?

Antefatto. Nei giorni scorsi una ventina di esponenti, a vario titolo, del provinciale, regionale e nazionale PD, hanno sottoscritto un documento con il quale chiedono le dimissioni del segretario provinciale di Messina, l’avvocato Paolo Starvaggi, a causa della sua presenza alla kermesse fondativa del nuovo partito renziano.

Presenza ritenuta inopportuna dai sottoscrittori e che era stata sconsigliata dalla direzione romana giusto alla vigilia della Leopolda.

L’avvocato si difende attraverso una bizzarra nota in cui si evince che si trovava lì quasi per caso: “La mia presenza a Firenze circoscritta ad un soleggiato weekend fatto di shopping e musei, al dire il vero con la voglia e animo di partecipare a una manifestazione a sostegno del popolo curdo organizzato dai movimenti di sinistra. Purtroppo è accaduto che insieme ai miei amici nel tragitto a piedi verso il centro siamo stati catturati dalla curiosità di passare dalla Leopolda ma non certo per partecipare alla kermesse”.

Difficile credere alle parole del segretario cittadino del Pd che poi è stato ritratto in varie foto accanto al suo ‘maestro’ di partito, Giuseppe Laccoto, nell’evento toscano che oramai Renzi organizza da tanti anni. Giuseppe Laccoto per chi non lo ricordasse è stato il primo dei non eletti all’Ars. Il sindaco di Brolo è stato protagonista di una guerra interna al partito democratico per lo scranno all’Assemblea Regionale Siciliana.

La vicenda affonda le radici nelle elezioni regionali del 2017, in occasione delle quali l’allora direttore generale dell’Università di Messina, Franco De Domenico risultò il più votato e divenne deputato regionale. Soltanto dopo l’elezione si mise in aspettativa, circostanza questa che diede il “la” al ricorso, basato sulla sua presunta ineleggibilità e incompatibilità. Ma la querelle sull’ineleggibilità dei direttori generali d’Ateneo originata da divergenze tra la legge regionale e la Costituzione è stata rimessa alla Corte Costituzionale che dovrà decidere sull’incostituzionalità della norma siciliana (che prevede l’eleggibilità per i DG degli Atenei).

Proprio il deputato regionale De Domenico è stato uno dei firmatari per le dimissioni di Paolo Starvaggi. “Si tratta di motivazioni ridicole e irrilevanti, rispetto alla questione centrale. Per il Pd è un momento delicato e cruciale, l’essere al Governo ha generato una rinnovata fiducia da parte di militanti e cittadini, non si può mortificare tutto dando una immagine di ambiguità e non può farlo chi ha incarichi di partito”.

De Domenico è stato un renziano che ha abbandonato la linea politica proprio qualche mese fa creando un nuovo asse con Dario Franceschini.

Tuona contro Starvaggi anche l’ex deputato regionale Giacomo D’Arrigo. “In meno di due anni è passato da essere il segretario  eletto all’unanimità ad avere contro tutti i rappresentanti istituzionali e le cariche apicali del partito, i capi gruppo e i rappresentati delle varie sensibilità. In due anni non abbiamo visto nessuna iniziativa, alcuna organizzazione. Si prenda un periodo di riposo, e spenda il suo tempo per la causa curda che ha tanto a cuore”.

Nel frattempo, cerca di mettere acqua sul fuoco in questo caos di partito tutto messinese, il presidente dell’assemblea provinciale  del Pd, Giuppi Siracusano che sembrerebbe aver convocato l’assemblea provinciale. La data? La prima settimana di novembre.

Il riscontro pare che, al di là dei marasmi politici del Pd e delle faide interne che attanagliano il partito da molto tempo, ad oggi in Sicilia il partito di Renzi pare ancora non aver innescato il tanto atteso boom di adesioni decantato dall’ex premier alla Leopolda. Nella città dello Stretto, i big politici del Pd, sembrerebbero al momento aver voltato le spalle al partito di Matteo Renzi. Cosa accadrà nelle altre città siciliane?

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