Mentre sono in corso ad Antalya, in Turchia, i colloqui tra il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, sono tornati intanto in azione verso i cieli dell’Ucraina i droni dalla base siciliana di Sigonella. Un drone Global Hawk è in attività da ieri. La missione sarebbe soltanto di carattere ricognitivo. Si sta cercando di monitorare lo stato delle cose nell’area interessata dal conflitto scatenato dalla Russia. L’impiego è quello dei FORTE10 che già nei giorni scorsi si erano mossi, sempre da Sigonella, per un’attività di accertamento nel mar Nero del nord, a ridosso della Crimea, e a quanto pare anche nello spazio aereo polacco a sud dell’enclave russa di Kaliningrad.
Le operazioni dei droni Global Hawk al momento non risulta abbiano subito un innalzamento dei livelli che contraddistinguono le operazioni nella base siciliana ma è altrettanto vero che l’azione russa in Ucraina non arretra, l’Armata Rossa sembra anzi voler puntare alla conquista di Kiev e allora sale inevitabilmente il livello di guardia nel vasto perimetro terra-mare degli spazi Nato. I droni Global Hawk stanno controllando lo spazio aereo nei cieli del mar Nero e dell’Ucraina.
L’ancora imprevedibile evoluzione dell’invasione da parte della Russia in Ucraina, e l’incertezza che permane su quelli che potrebbero essere gli scenari internazionali, sta spingendo per forza di cose la Nato a prestare molta attenzione allo scenario e non è un caso che le missioni “FORTE” in precedenza rimaste non visibili nei sistemi di tracciamento pubblico stanno diventando sempre più frequenti e non sono più un mistero. Stando alle interpretazioni degli esperti, sarebbe la conferma che il quadro rimane enigmatico e, al netto degli allarmismi da evitare, permane il rischio di ulteriori dinamiche e di un aggravio della problematica, con l’ineludibile necessità di monitorare la situazione in Ucraina e negli spazi Nato, ma soprattutto l’esigenza di essere preparati a tutto.