Matteo Salvini è stato iscritto nel registro degli indagati dai magistrati della Procura di Agrigento.
Le ipotesi di reato sono di sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio.
AL CENTRO IL CASO OPEN ARMS
La vicenda risale allo scorso agosto e riguarda il caso dei 164 migranti rimasti per 19 giorni a bordo della nave Open Arms, davanti alle coste di Lampedusa.
L’indagine rappresenta un doppione del caso Diciotti. Ad indagare il premier della Lega infatti vi è di nuovo Luigi Patronaggio, ovvero colui che aprì l’inchiesta dello scorso agosto, quando Salvini era ancora ministro dell’Interno.
Il fascicolo è ora sul tavolo del procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, che farà le sue valutazioni. Entro quindici giorni il fascicolo verrà inviato al Tribunale dei ministri.
IL COMMENTO DI MATTEO SALVINI
Il leader della Lega, Matteo Salvini, affida la sua risposta ad un post sulla sua pagina ufficiale: “Altra indagine, altro processo per aver difeso i confini, la sicurezza, l’onore dell’Italia? Per me e’ una medaglia! Rifarei e rifarò tutto. Porti chiusi“.
“P.s. Ma in Procura ad Agrigento non hanno problemi piu’ gravi di cui occuparsi?“, chiosa duramente l’ex ministro dell’Interno.
IL LEADER LEGHISTA RINCARA LA DOSE A RIMINI
Intervenuto ai microfoni durante il 19° congresso del Sap a Rimini, Salvini rincara la dose: “Mi domando se in Procura ad Agrigento non abbiano cose più serie di cui occuparsi. Usano denaro pubblico, prima o poi mi verrà voglia di chiedere conto di come lo usano. È la seconda, la terza, la quarta, la quinta inchiesta. Ho fatto quello che gli italiani mi chiedevano di fare, ho difeso i confini, inizio a essere stufo“.
“Magari chiederemo conto a qualcuno di come utilizzano il tempo e il denaro che i cittadini italiani investono in giustizia – ha concluso il leader del Carroccio – perché temo che ad Agrigento e in Sicilia ci siano temi ben più gravi che rompere le scatole a Matteo Salvini“.