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Un problema socio – culturale, di formazione dell’utente che riceve le prestazioni sanitarie e a volte ha aspettative sbagliate dalla medicina e ricorre a forme di violenza verbale e fisica contro medici e operatori sanitari: domani, sabato 12 marzo, per la prima volta in Italia si celebra la Giornata nazionale contro questo fenomeno, voluta fortemente dal ministro Roberto Speranza e accolta con ampio consenso da parte delle categorie coinvolte.
L’Ordine dei medici e odontoiatri di Messina, guidato da Giacomo Caudo, ha colto l’occasione per riunire i vertici della sanità dell’area metropolitana nell’auditorium della sede e accendere i riflettori sul contrasto a questa problematica, che proprio nel nostro territorio ha registrato alcuni episodi particolarmente gravi di aggressioni sia nell’ex guardie mediche, sia nei Pronto Soccorso di Papardo o Policlinico.
L’ORDINE DEI MEDICI
“Le attese dei pazienti sono sempre più alte – ha detto il presidente Caudo – ma dobbiamo ricordarci che la medicina non è una scienza esatta, non può risolvere tutti i problemi e i cittadini devono sempre ricordare che nessun medico non ha voglia di curare una persona, al contrario farà sempre il possibile per ottenere il massimo e deve poterlo fare con altrettanta massima serenità”.
L’UNIVERSITA’
A prendere parte all’incontro il rettore dell’Universita di Messina Salvatore Cuzzocrea: “È una questione culturale ma anche mediatica – ha evidenziato il magnifico – perché fanno più notizia le cattive notizie di rari casi di mala sanità e non quelle di tutti i giorni in cui si salvano vite. Stiamo lavorando ad un protocollo d’intesa inter-istituzionale per condannare tutte le forme di violenza in primis quelle nei confronti dei nostri medici che durante la pandemia sono stati considerati eroi, e non bisogna dimenticare di dire loro ogni giorno grazie”.
L’ASP
Presente anche l’Ordine dei farmacisti col presidente Sergio Papisca e i manager delle diverse aziende ospedaliere del territorio: “Nel 2020, durante la pandemia, c’era stato un calo di questi episodi di violenza nei confronti di medici, di recente sono tornati ad accadere – hanno spiegato il commissario straordinario Bernardo Alagna e il direttore sanitario Asp Messina Domenico Sindoni – è necessario colmare un deficit informativo e formativo dell’utente che viene ad usufruire dei servizi sanitari nazionale e regionale. L’Asp ha stanziato somme per investimenti per garantire sicurezza agli operatori, acquistando videocamere, porte blindate, ecc. ma il vero deterrente è la formazione della persona che arriva nei presidi sanitari, serve una scommessa culturale”.
GLI OSPEDALI
Per Pippo Rao, direttore sanitario dell’IRCCS Neurolesi – Piemonte: “Ogni volta che si colpisce un medico o un operatore sanitario si va a colpire il diritto all’assistenza alle cure che viene messo in crisi, si interrompe di fatto quel servizio in modo irruento. Sarebbe più utile investire risorse dedicate alla sicurezza in altro, però finché continuano ad avvenire queste vicende non sarà possibile. Bisogna avere un grande rispetto del camice”.
Il commissario straordinario e il direttore sanitario del Policlinico di Messina, Giampiero Bonaccorsi e Antonino Levita, hanno parlato delle azioni messe in campo nel nosocomio cittadino per arginare il problema: “Dobbiamo dire che le istituzioni e le forze dell’Ordine messinesi sono state molto presenti – hanno sottolineato – nel difendereil nostro personale dalle aggressioni subite, ad esempio quella nel reparto covid, quindi ci preme ringraziare Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, ecc. C’è un grande impegno per assicurare serenità all’interno dell’ospedale, ma servono le segnalazioni: i medici non devono essere destinatari delle angosce e delle rabbie dei pazienti, perché sono deputati a salvare prima di tutto la vita”.
Per il direttore sanitario del Papardo Giuseppe Trimarchi: “Chi aggredisce un medico, aggredisce se stesso”… come recita uno slogan della Fnomceo, la federazione che riunisce gli Ordini dei medici di tutta Italia.