Proseguono a Messina i controlli disposti dall’Amministrazione comunale ed effettuati dalla Polizia municipale per contrastare il fenomeno della prostituzione nel capoluogo. Nella notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre 2019 le Sezioni Viabilità, Sezione ROM, Polizia Giudiziaria, Annona e Tutela Ambientale, hanno svolto un’intensa attività di controllo del territorio, sicurezza urbana e di viabilità. Con la presenza dell’assessore Dafne Musolino e con il sindaco Cateno De Luca a coordinare gli interventi, la Polizia Municipale ha effettuato vari accertamenti.
Nell’ambito dell’attività di contrasto alla prostituzione, è stato individuato un appartamento in via Catania dove operavano due donne di Santo Domingo, entrambe di giovane età e sprovviste di permesso di soggiorno. Il controllo ha consentito di individuare una seconda casa, sita in viale Principe Umberto, di proprietà della medesima persona, dove si svolgevano ulteriori incontri.
Sono stati ascoltati dalla Polizia municipale i clienti, trovati all’interno degli appartamenti, le cui dichiarazioni hanno consentito di approfondire sempre di più il fenomeno prostituzione a Messina, che viene praticata spesso da giovani donne di nazionalità straniera con provenienza extracomunitaria, prive di permesso di soggiorno e pertanto “bloccate” in una situazione che non consente loro né di permanere lecitamente in Italia, e dunque le esclude dal mercato del lavoro regolare, né di lasciare autonomamente l’Italia, per cui finiscono per diventare vittime di chi si approfitta di questa situazione per ottenere una obbedienza obbligata.
Anche sul fronte sanitario emergono particolari che inducono ad elevare la soglia dell’attenzione, considerato che è risultato, anche dalle dichiarazioni rese dai clienti, che spesso non vengono utilizzati i presidi sanitari per evitare la trasmissione delle malattie sessuali.
Il proprietario di entrambi gli immobili, che era già stato denunciato in un precedente controllo, è stato denunciato per favoreggiamento. L’espediente con il quale il proprietario degli edifici oggetto dei controlli e dei relativi accertamenti ricavava i suoi profitti dall’attività era la sottoscrizione di scritture private di locazione di una stanza per brevi periodi (una settimana alla volta) che non venivano registrate e nemmeno trasmesse in Questura, eludendo sia i controlli fiscali che quelli di ordine pubblico.