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Tredici anni di carcere, con libertà vigilata per un periodo non inferiore a tre, interdizione dai pubblici uffici e risarcimento alle parti civili da quantificare in separata sede: questo il dispositivo di sentenza, letto, intorno alle 14, dal Presidente della quarta sezione della Corte d’Assise di Catania Concetta Spanto contro Guido Gianni, 58 anni, che il 18 febbraio del 2008 uccise due rapinatori e ne ferì un terzo che avevano assalto il suo negozio a Nicolosi, comune alle falde dell’Etna.
All’imputato sono state riconosciute le attenuanti generiche. L’avvocato Michele Liuzzo, del collegio difensivo, insieme al legale Orazio Gulisano, ha annunciato ricorso in appello. All’uscita dall’aula, Gianni, accompagnato dalla moglie, ha ironicamente detto ai cronisti “giustizia è fatta”.
Il 18 novembre scorso, la Procura di Catania aveva chiesto alla Corte d’assise la condanna a 17 anni di reclusione, per duplice omicidio e tentativo di omicidio.
Il giorno della rapina, l’imputato aveva subito un assalto da più uomini, che avevano anche minacciato di uccidere la moglie con una pistola poi risultata a salve e senza il tappo rosso. Nel procedimento sono presenti come parti civili i familiari delle due persone uccise, Davide Laudani e Sebastiano Catania, e del ferito, Fabio Pappalardo.
Dalla ricostruzione dei periti medico legale e balistici l’uomo dopo avere ingaggiato una colluttazione con i banditi li avrebbe feriti, ma i colpi mortali sarebbero stati esplosi mentre fuggivano. I legali del gioielliere sostengono, invece, la tesi della legittima difesa e della momentanea impossibilità di intendere e volere di Gianni sconvolto dall’aggressione alla moglie.
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