Una riforma globale della pubblica amministrazione della Regione Siciliana, che rinnovi dalle fondamenta la struttura della dirigenza e del personale regionale, partendo dall’abolizione del ruolo unico e della divisione in tre fasce.
La proposta arriva dal leader della Cisl Fp Sicilia, Paolo Montera, durante il Consiglio regionale del sindacato, riunito oggi a Palermo.
“Lo avevamo anticipato lo scorso 11 settembre, ma adesso appare evidente che questa riforma non è più differibile. Soprattutto se gli attacchi più spregiudicati nei confronti dei regionali – dice Montera – arrivano proprio dal presidente della Regione Nello Musumeci che in una querelle a distanza con il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, ha fatto registrare una caduta di stile quando ha accostato la burocrazia all’idea di rassegnazione e, ancora più grave, alla mafia. Invece di attaccare i dipendenti della macchina amministrativa che guida, il presidente metta mano a una riforma profonda e operi lì dove può operare”.
Montera, a sostegno della sua proposta, ha fatto riferimento ai dati, ‘preoccupanti’, che la Corte dei Conti ha messo nero su bianco nella relazione che accompagna il giudizio di parifica del bilancio 2018 della Regione. “La magistratura contabile afferma che la burocrazia siciliana rappresenta una caratterizzazione unica nel panorama nazionale. Bene – dice Montera – la nostra idea è quella di razionalizzare le competenze e riorganizzare gli Assessorati e i dipartimenti regionali omologandoli ai Ministeri. Questo permetterà di accrescere la capacità di dare risposte tempestive ai cittadini, migliorando contestualmente il dialogo con lo Stato. Soprattutto, in considerazione del fatto che la nostra autonomia, ormai, più che speciale è relativa, dovendo concordare praticamente ogni passo con il governo centrale di Roma”.
Punto di partenza della riforma auspicata dovrebbe essere l’abolizione del ruolo unico per i dirigenti e la divisione in tre fasce. Ad oggi, stando ai dati del Dipartimento della Funzione pubblica – marzo 2019 -, il maggior addensamento della dirigenza regionale si registra ancora in quella terza fascia che, nelle intenzioni del legislatore, doveva essere soltanto transitoria: su un totale di 1.212 unità al 31 dicembre 2018, 1.204 unità risultano collocate in terza fascia, mentre soltanto 8 in seconda fascia e nessuna unità dirigenziale risulta collocata in prima fascia. “Altre criticità – scrive la Corte dei Conti – vanno evidenziate sul versante del personale del comparto non dirigenziale, tenuto conto anche dei massicci pensionamenti che hanno interessato quasi esclusivamente il personale inquadrato nelle categorie C e D”.
“La conseguenza – spiega Montera – è che buona parte del personale inquadrato in A e in B viene chiamato a svolgere mansioni proprie di profili inquadrabili in categorie superiori. Inoltre, il sistema di classificazione risale a quasi un ventennio addietro, rendendo indifferibile anche un processo di riqualificazione e di riclassificazione del personale del comparto. Lavoro che stiamo svolgendo nella Commissione paritetica insediata all’Aran Sicilia e per cui ci aspettiamo massima attenzione da parte del governo regionale, anche dal punto di vista economico e finanziario”.
Montera chiude, dunque, con un appello al presidente Musumeci e al governo regionale: “Se ogni Assessorato, sempre nell’ottica di una riforma ormai improcrastinabile, si dotasse di una propria autonomia in materia di personale, sarebbe possibile mutare la logica e la metodologia che i Dipartimenti seguono nell’organizzazione e nella definizione del proprio fabbisogno di personale garantendo una più funzionale distribuzione delle risorse umane coerente con una pianificazione pluriennale delle attività e della performance. Quindi, chiediamo al governo di aprire il confronto regione-sindacati sulla riforma della pubblica amministrazione, così da arrivare al migliore risultato possibile”.
A fare fronte comune con la Cisl Fp Sicilia, nella richiesta urgente di una riforma della Pubblica amministrazione, anche la Cisl Sicilia, con il suo segretario Sebastiano Cappuccio. “Siamo pronti a lavorare insieme per raggiungere questo importante traguardo. Se la pubblica amministrazione non funziona, in un Paese non funziona nulla. Il livello della sfida oggi però è molto alto: i dati sul deficit della Regione, comunicati ieri dal presidente Musumeci, sono preoccupanti. Ci aspettiamo adesso che ci spieghi come stanno davvero le cose e faccia chiarezza: abbiamo il diritto di sapere cosa ci aspetta da qui ai prossimi anni né si può pensare di scaricare sui lavoratori e sui cittadini colpe non loro”.