Forte preoccupazione dai sindacati nisseni per il futuro di Caltanissetta. Cgil, Cisl e Uil esprimono un giudizio negativo visti i numerosi annunci delle istituzioni, mai concretizzati, in materia di finanziamenti per le infrastrutture materiali e immateriali, per la sanità pubblica, per la qualità della vita per lo stato degli edifici scolastici e per la mancanza di lavoro per le tariffe dei servizi rifiuti e acqua tra le più alte d’Italia e per un livello di povertà relativa che ha raggiunto il 50%.
“Nei 22 Comuni – si legge in una nota congiunta – non sono più rinviabili opere infrastrutturali in grado di collegare e rilanciare l’economia sana, il trasporto su gommato, sul sistema navale e ferroviario, prima avremo risposte concrete prima potremmo affermare che non esiste l’Italia delle due velocità. Questo deve essere l’impegno di chi può e deve decidere, cioè le Istituzioni politiche“.
Cgil Cisl e Uil hanno apprezzato, finalmente dopo 4 anni di sollecito verso i sindaci dei 22 comuni,la costituzione dell’ A.T.I. (Assemblea Territoriale Idrica) che gestirà il sistema idrico integrato e porterà sicuramente enormi vantaggi ai cittadini se amministrata bene.
“È inutile nasconderlo – scrivono i segretari Giudice, Gallo, Mudaro e Castania – la provincia di Caltanissetta continua a non avere l’adeguata attenzione da parte di chi può e deve decidere le sorti delle due più grandi aree industriali, Caltanissetta e Gela e perciò si vedono costretti a minacciare manifestazioni pubbliche locali o nazionali per far sentire il proprio dissenso a questo stato di cose.Un declino che si respira in ognuno dei 22 Comuni della provincia,con uno spopolamento che è sotto gli occhi di tutti e di conseguenza una bassa natalità.
In questo territorio negli anni non sono mancati i finanziamenti ma non si è stati in grado di creare lavoro.Si fa riferimento ai miliardi del contratto d’area, del patto per l’agricoltura, di tutta l’idea della programmazione negoziata che doveva far vivere un nuovo e sano protagonismo imprenditoriale e invece ha generato macchie nel deserto, capannoni senza alcun perché, se non quello di giustificare la spesa”.
“Cgil, Cisl e Uil hanno messo in evidenza che la qualità della vita dei cittadini dipende dalla solidità dei trasferimenti finanziari di Stato e Regione ai Comuni – prosegue la nota -, ma anche da come i Sindaci si adoperano per evitare il collasso dei servizi alla persona, dalla refezione scolastica, al trasporto locale, all’assistenza agli anziani ed inabili. In questi anni tanti sono stati i beni sequestrati e confiscati per i quali si propongono procedure più snelle e veloci per l’assegnazione e per la gestione al fine di offrire prospettive di lavoro ai giovani. Pertanto le organizzazioni sindacali – concludono le sigle nissene – si impegnano attraverso un’azione sinergica con tutte le istituzioni governative, nazionali, regionali e comunali a trovare modalità che permettano l’uscita da questa situazione drammatica e di crisi in cui desta il territorio”.