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Cari Watson siculi, la vostra Patti Holmes, da Londra, vuole augurarvi un 2020 fortunatissimo, andando alla ricerca dei “Sette nasi“, Seven nose, di Soho. Vi starete chiedendo il perché di questa caccia al tesoro e che cosa c’entri col nuovo anno ed ecco svelato l’arcano: una leggenda narra che a Londra ci si possa arricchire riuscendo a trovare questi sette nasi disseminati un po’ ovunque, di cui, la vostra investigatrice fricchettona particolarmente buona forse per l’imminente arrivo del nuovo anno, si è messa alla ricerca per augurarvi prosperità.
Le Leggende sui Nasi di Soho
Armata di lente d’ingrandimento e cappello d’ordinanza, scesa a Piccadilly Circus, a due passi, non metaforici, da Soho, pur affascinata e stordita dagli schermi giganti, , dall’Hard Rock Cafè, da mille negozietti di leccornìe, ha continuato la sua missione, sperando di riuscire nell’impresa in cui altri hanno fallito. A dirla tutta, senza l’aiuto medianico di zio Sherlock, già trovarne uno o due, sarebbe un successo, ma iniziamo questo percorso, più complicato del previsto, setacciando muri, strade, guardando ovunque, nulla, senza mai demordere. Un italiano, londinese d’adozione, incontrato per caso, però, ha fatto emergere la verità, sommergendo la leggenda e provocando uno shock pari a quello che si subisce da bambini quando qualche adulto, o ragazzino dispettoso, ci svela, senza che noi lo vogliamo, che Babbo Natale non esiste, cancellando di colpo l’infanzia in un attimo.
Prima di osservare il diritto di cronaca, e ringraziare il foriero di questa “cruda” notizia, di leggenda in leggenda, però, approdiamo a un’altra che ha al centro uno di questi nasi di cui si conosce la collocazione, l’interno dell’Admiralty Arch, il grandioso edificio che collega Trafalgar Square con il Mall, in direzione di Buckingham Palace, che si dice abbia la forma di quello, piuttosto grande, del Duca di Wellington, che i soldati toccavano come portafortuna ogni volta che attraversavano l’arco sul dorso di un cavallo. Un’altra ancora, invece, lo vede come una presa in giro dell’Ammiraglio Nelson, la cui statua osserva la città dalla sommità della celebre colonna, famoso oltre che per le imprese militari, anche per la sua “protuberanza” facciale.
Dalla leggenda alla realtà dei fatti
Il nostro improvvisato gancio ci riporta alla realtà dei fatti: nel 1997, in alcune zone del centro di Londra, su alcuni palazzi e muri apparvero degli strani nasi, rimossi nei giorni successivi. Bisogna aspettare il 2011 per conoscere il nome dell’artefice che ne confessò la paternità, Rick Buckley. Ma cosa lo aveva portato a questa titanica impresa? Un acceso dibattito, proprio nel 1997, sul numero di telecamere di sicurezza sparse nelle strade della città che aveva fatto insorgere molti che, sentendosi spiati, le ritenevano una insopportabile limitazione della libertà individuale. Buckley, che in quei giorni stava leggendo un libro sul Situazionismo, un movimento filosofico-sociologico e artistico marxista libertario, decise di compiere un’azione solitaria, facendo un calco del suo naso, ne produsse decine di copie in gesso, dipinte ognuna con i colori degli edifici in cui sarebbero comparsi e in una notte, non ben identificata, si mise all’opera.
Ben 35 riproduzioni del suo naso contro chi voleva mettere il naso nella vita dei londinesi. Per dimostrare che lui e solo lui era stato l’ideatore di questa protesta, inoltre, li fotografò tutti. Potete trovare alcune di questi scatti in una bella edizione di un racconto surreale di Nikolaj Vasil’evič Gogol’, intitolato appunto “Il naso”, pubblicato nel 1836. Detto ciò, siccome la vostra Holmes vuole portarvi fortuna, ecco che ne ha scovato uno. Basterà per ingraziarsi il 2020? Elementare Watson e che il nuovo anno sia generoso e vi porti quanto desiderate.