Una nigeriana di ventisette anni è stata uccisa con un colpo di arma appuntita alla gola nel suo alloggio nel Centro accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Mineo, nel Catanese. La donna era arrivata nella struttura nel dicembre del 2016.
L’ipotesi maggiormente accreditata è quella dell’omicidio al culmine di una lite. Sul posto per i rilievi e le indagini la polizia di Stato con personale della squadra mobile della Questura di Catania e del commissariato di Caltagirone.
L’omicidio è avvenuto ieri sera, intorno alle 22, ma la notizia è stata mantenuta riservata dalla polizia per avviare le indagini. Francis Miracle, questo il nome della vittima, era arrivata al Cara a dicembre del 2016 dopo essere giunta in Sicilia con un barcone dalla Libia. Gli investigatori non escludono che l’omicidio possa essere maturato al culmine di una lite, forse tra donne.
Sull’episodio indaga la Squadra Mobile di Catania. Nell’alloggio dove la migrante nigeriana è stata trovata senza vita è stato sequestrato un coltello ancora insanguinato. La polizia ha interrogato due bambini di 6 e 7 anni, che dovrebbero essere i figli della vittima. La donna era in attesa del riconoscimento di rifugiato politico.
Controlli a tappeto delle forze dell’ordine dopo l’omicidio della giovane migrante nigeriana al Cara di Mineo. Passate al setaccio soprattutto fermate dei bus e stazioni ferroviarie di Catania e provincia. Gli agenti della Squadra Mobile che indagano sull’accaduto stanno vagliando la posizione del compagno della vittima, Francis Miracle: è un connazionale con il quale aveva avuto due figli minorenni che vivevano con la madre e che comunque non hanno assistito all’omicidio. L’uomo, che non è indagato e che viene cercato per essere sentito come persona informata sui fatti, inizialmente era irreperibile. Il nigeriano, che non vive in Sicilia, sarebbe arrivato da poco al Cara di Mineo probabilmente con l’intenzione di portare via la famiglia, ma la donna, che era in attesa del riconoscimento dello status di rifugiata politica, si sarebbe rifiutata.
E’ stato rintracciato dalla polizia alla Fiera di Catania. Sarà sentito come persona informata sui fatti, al momento non è indagato. È un migrante che al suo sbarco in Italia ha dichiarato di essere originario del Mali e di avere 30 anni. L’uomo che vive nel Nord Italia sembra fosse tornato per convincere la donna e i figli a trasferirsi da lui. Sulle braccia dell’uomo sono stati trovati dei graffi, che sono al vaglio della polizia scientifica.
Accertamenti sono in corso anche su un coltello con macchie di sangue trovato nella cucina dell’abitazione della donna. L’uomo è stato condotto negli uffici della squadra mobile della Questura per essere interrogato come persona informata sui fatti alla presenza di un interprete. L’omicidio è al momento senza testimoni.
A dare l’allarme sono stati i due figli della vittima che hanno chiamato gli operatori del Cara di Mineo: “La mamma sta male, e’ a terra…”, hanno detto. Appena arrivati, i medici del presidio hanno accertato la morte della donna.