Diversamente Sturziano o post ideologico di destra?
Svaria il governatore siciliano fra tanti temi, ricordando il passista più che lo scalatore, il finisseur che non cerca le volate lunghe e gli sprint affollati.
Nello Musumeci ha impiegato un intero pomeriggio ieri a rendere al parlamento siciliano le sue dichiarazioni programmatiche. L’Ars è tornata al centro del dibattito politico dell’Isola e per un giorno, grazie anche alla vivacità del M5S, si è potuto assistere con interesse a una seduta dell’Assemblea regionale siciliana.
Già, perché nessuno ammicca a Musumeci, ma tutti restano in ascolto, da Sicilia Futura a Pd compreso. Ad eccezione dei pentastellati che annunciano un’opposizione durissima.
Il Musumeci moralizzatore: “Società civile complice e vittima” e ancora : “i mafiosi prima di cercare morti cercano alleati” si è alternato con l’autore dell’analisi (preoccupante e preoccupata) del tessuto socio-economico: “Siamo la Cenerentola del continente europeo, serve una industrializzazione leggera e la trasformazione dei prodotti, produzione agricola non come nel passato fece la FIAT pensando a personalizzare i profitti e socializzare i danni”.
Musumeci ha riconsiderato l’organizzazione delle macchina della pubblica amministrazione, evitando con cura e abilità a sparare nel mucchio sulla burocrazia regionale, rimbrottata con misura, ma senza sconti.
I passaggi che vanno stralciati dal contesto più legato alla retorica della politica e inseriti in uno start up di avvio di legislatura, oltre alle soluzioni, ancora non definitive, sull’incresciosa emergenza rifiuti, potrebbero essere quelli relativi alla stabilizzazione del precariato nelle pubbliche amministrazioni e la nuova mappatura di competenze e funzioni delle ex Province.
Con la Regione soggetto attivo e non arbitro ha chiarito Musumeci, “sono nati gli enti economici e le prime zavorre con le assunzioni clientelari, i precari sono diventati pegno umano. La Regione deve controllare e pianificare”, esponendo il suo giudizio a una valutazione precisa su questa scelta.
“Non è una vergogna essere favorevoli al Ponte ma va dotata Sicilia e Calabria delle infrastrutture di completamento”, ha aggiunto rispondendo al vicepresidente dell’Ars Cancelleri e ancora: “c’è il rischio che il sereno confronto pregiudicato per colpa di tutti con la concomitanza della campagna elettorale delle politiche”.