La Fondazione Fiumara D’Arte Onlus del mecenate siciliano Antonio Presti dovrà riconsegnare alla Città Metropolitana di Messina il Villaggio Le Rocce. Bene che aveva ricevuto attraverso un’assegnazione diretta in comodato d’uso gratuito lo scorso 18 novembre 2016. Il Consiglio di giustizia amministrativa, infatti, ha accolto il ricorso presentato dall’impresa La Pineta Sport Management Srl. La società aveva presentato un project financing per la riconversione del Villaggio in una struttura alberghiera di lusso.
Nato nel 1954 sul promontorio di Taormina come destinazione turistico-sociale per i lavoratori della Regione, la struttura ha funzionato per una decina d’anni per poi essere lasciato all’incuria. Uno scempio inaccettabile per uno dei luoghi più affascinanti della Sicilia, naturalmente vocato al turismo di alto livello. Nei primi anni ’80 la decisione della Regione, incapace di trovare una soluzione concreta, di assegnare l’immobile alla Provincia.
Anche con la gestione del nuovo ente le cose non sono cambiate, fino a quando una decina di anni fa un’impresa manifesta il proprio interesse per trasformare l’ormai rudere in un complesso alberghiero di eccellenza. Sembra essere questa la strada migliore per sottrarre il bene al degrado e renderlo finalmente produttivo. L’Ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici (Urega), però, reputa quel sito non assegnabile. Contro questo parere l’impresa fa ricorso, ma senza ottenere esiti positivi.
Nel frattempo, nel 2016, un’altra proposta arriva per la riqualificazione del villaggio da parte, appunto, di Antonio Presti, che lì vuole realizzare un museo naturalistico sul mare. Stavolta il bene viene considerato assegnabile dalla Città Metropolitana di Messina, gestita allora dal commissario Filippo Romano, scelto dal già presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. Governatore con cui Presti vantava rapporti di amicizia e politici tali da essere stato candidato come secondo in lista nel 2013 al Senato nelle fila del Megafono.
Il Villaggio Le Rocce viene, quindi, affidato a Presti il 18 novembre del 2016. Questo provvedimento però viene impugnato da La Pineta Sport Management Srl. Il ricorso dopo essere stato rigettato dal Tar di Catania, viene accolto dal massimo organo di giustizia amministrativa della Sicilia nella misura in cui l’affidamento era stato concesso senza gara dalla stessa Città Metropolitana, “violando così i principi di concorrenza, non discriminazione e di trasparenza”. I giudici amministrativi, inoltre, sottolineano nella sentenza “la durata del tutto eccentrica del comodato, pari addirittura a 99 anni” e “la gratuità solamente apparente dello schema di contratto, cui sono correlati da un lato l’assunzione di obbligazioni di progettazione e di esecuzione di lavori per il recupero del villaggio “Le Rocce” (art. 5), dall’altro la prevista gestione – da parte del comodatario – del museo, del giardino, degli eventi e, infine, dell’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande nonché dell’attività alberghiera (art. 6)”.
Per il Cga “risulta abbastanza evidente il nesso di corrispettività, ovvero il collegamento, che lega gli obblighi di cui all’art. 5 con le modalità di uso del bene, per albergo e ristorazione, dalle quali il comodatario potrà ricevere un evidente ritorno economico e che, nell’insieme, al di là di una certa vaghezza, valgono a colorare di onerosità l’intera operazione economica”.