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Tasse non incassate: è guerra aperta tra Comune di Taormina e Riscossione Sicilia

mercoledì 31 Gennaio 2018

Il Comune di Taormina prova a stringere i tempi nella contesa con Riscossione Sicilia che riguarda il tentativo di recupero di 10 milioni di euro circa di tributi non riscossi per Ici e Tarsu dall’ormai ex Serit Sicilia. Verrà, infatti, depositato nei prossimi giorni presso la Corte dei Conti – Sezione regionale di Palermo l’atto di citazione con il quale la casa municipale reclamerà le somme che non sarebbero state mai riscosse dalla società incaricata dal Comune e che di riflesso non sono mai arrivati nel bilancio di Palazzo dei Giurati.

Si tratta di una nuova procedura che il Comune di Taormina sta portando avanti con iter a cura dell’avvocato Marcello Scurria, legale di fiducia dell’ente locale. Il Comune aveva già inteso procedere alla riassunzione del giudizio dinnanzi proprio alla Corte dei Conti nel 2015, con ricorso in quel caso però dichiarato inammissibile. Stavolta il Comune rivedrà la sua strategia e ritiene che ci siano i presupposti per reclamare nuovamente le somme in questione nei confronti di Riscossione Sicilia.

L’Amministrazione ha già dato mandato di mettere in mora Riscossione Sicilia, avviando un’azione stragiudiziale dalla quale si tenterà di recuperare 10 milioni di euro, che sarebbero in grado di spostare gli equilibri del forziere di Palazzo dei Giurati. Ora verrà presentato l’atto di citazione.

Al momento la casa municipale sta predisponendo un nuovo piano di riequilibrio finanziario che prevede la copertura in 20 anni di debiti complessivi per 18 milioni di euro: ben diversa diventerebbe la condizione economica dell’ente locale se dalle aule di tribunale dovessero arrivare sviluppi positivo sulla cifra reclamata verso Riscossione Sicilia, che dimezzerebbe l’esposizione del Comune praticamente per la metà dei parametri attuali. Riscossione Sicilia ritiene che la quasi totalità della cifra, cioè per circa 8 milioni di euro, sia inesigibile e sin qui rimanda al mittente le contestazioni del Comune di Taormina, ritenendo di aver operato correttamente.

“Per quanto ci riguarda ribadiamo che Riscossione Sicilia deve dimostrare di aver fatto tutto per riscuotere le somme in questione”, ha evidenziato l’avv. Scurria, legale del Comune di Taormina, che contesta all’agente di riscossione una “carenza di attività”.

Al centro della battaglia, insomma, la convenzione stipulata nel 2011 dal Comune con la Serit Sicilia Spa, denominata “Progetto integrato di recupero fiscale Riscossione attiva”, avente ad oggetto i servizi di liquidazione e accertamento di Tarsu e Ici, la scoperta degli evasori occulti ed il recupero dell’evasione per il triennio 2010-2012″, nonché “per tutte le annualità precedenti non ancora prescritte”.

La Perla dello Ionio reclama una mancata riscossione dell’agente incaricato per 9 milioni 348 mila 468.65 euro, e nello specifico un milione di euro per ciascun anno di durata della convenzione dal 2005 al 2012. Sarà, a questo punto, la Corte dei Conti a dirimere la contesa e a soffermarsi sull’istanza che presenterà il Comune nella quale si solleverà la contestazione di “somme non riscosse per Ici, relative alle annualità dal 2006 al 2008”, e per “Tarsu, dal 2006 al 2010” (veniva detratto dall’importo delle riscossioni l’aggio del 30% pattuito in convenzione).

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