Superare la frammentazione locale e nazionale, attraverso la costituzione di un “brand nazionale di alta gamma”, per potenziare la produzione dei prodotti derivati dalle varie specie di suino nero allevate in Italia e la loro vendita non solo all’interno dei confini nazionali, ma soprattutto nei mercati esteri. E’ questa la sintesi dell’intervento tenuto ieri a Verona da Giuseppe Frusteri, presidente dell’Opan (Organizzazione prodotto allevatori Nebrodi), nell’ambito dell’Eurocarne, la fiera più importante dedicata alla filiera e all’industria della carne.
Una meta che rappresenta la ragione sociale della stessa Opan che, sin dalla sua costituzione nel 2016, è riuscita a creare un brand quality riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole e che proprio nei giorni scorsi ha visto il raggiungimento di un’importante tappa intermedia nell’accordo di filiera, firmato a Roma, volto alla valorizzazione del grande patrimonio di qualità, diversità e sostenibilità rappresentato da queste antiche razze, presenti in diverse parti d’Italia. A sottoscriverlo le realtà più importanti del settore: Confagricoltura, Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, Federparchi, Legambiente Onlus, Organizzazione Produttori Allevatori dei Nebrodi, Gal Nero dei Nebrodi, Associazione Accademia delle 5 T.
Oggi le carni fresche e i prodotti derivati di suino nero dei Nebrodi sono molte apprezzati dai consumatori per la loro qualità e bontà, tanto che l’offerta non riesce a soddisfare una domanda in continua crescita. Sui Nebrodi si producono circa 30 mila tonnellate di carne destinate per la maggior parte al mercato locale sotto forma di prodotto fresco. Mentre diverse aziende, già da qualche anno, esportano salumi in Germania, Austria, Svizzera, Malta e in quasi tutti i Paesi asiatici. Tutta la filiera – dagli allevatori, alle macellerie, ai salumifici – dà lavoro a circa 2 mila persone e genera un giro d’affari di 37 milioni di euro.
Su tutto il territorio nazionale sono sei le razze di suino nero riconosciute: Cinta senese, Nero Apulo Calabrese, Nero Casertano, Nero dei Nebrodi, Nero di Parma, Mora Romagnola. Queste specie si differenziano dalle altre per la loro vocazione all’allevamento allo stato brado o semibrado in territori boschivi dove possono nutrirsi di ghiande, radici e arbusti. Quando è condotto allo stato semibrado il disciplinare permette, per quanto riguarda l’alimentazione, un’integrazione a base di siero e granaglie. Condizioni che garantiscono produzioni di eccellenza.