La commissione Affari Istituzionali dell’Ars discuterà oggi il disegno di legge che prevede la cancellazione della doppia preferenza di genere. La norma è stata introdotta nella passata legislatura, come recepimento di una legge nazionale, la 215 del 2012, volta a garantire la parità di genere nelle istituzioni.
“Con rammarico apprendo che si vuole abolire con urgenza, e senza soffermarmi sulle vere urgenze in Sicilia, questo strumento di democrazia, adducendo come ratio quanto già sostenuto dai M5S, che cioè la doppia preferenza di genere sia servita soprattutto al controllo del voto nelle sezioni”, afferma il parlamentare di Diventerà Bellissima, Giusy Savarino.
“Ovviamente io ho un’opinione diversa. Voglio, però, sforzarmi di condividere le preoccupazioni sul controllo del voto di chi ha firmato questo ddl, e pertanto invito la prima Commissione a esaminare e approvare un ddl di cui io sono prima firmataria, che introduce misure volte ad evitare il controllo del voto, impedendone la tracciabilità – continua Savarino -. Questo mio ddl, tanto caro anche al Presidente Musumeci, prevede lo scrutinio unico delle schede votate, la partecipazione pubblica alle operazioni di scrutinio, anche mediante streaming, la visibilità a tutti gli elettori delle schede dichiarate nulle o bianche, l’adozione di criteri oggettivi per la sostituzione dei componenti delle sezioni elettorali, la previsione di incompatibilità a rivestire ruoli all’interno del seggio elettorale per coloro i quali abbiano il casellario giudiziario non limpido”.
“La risposta alle preoccupazioni paventate dunque c’è già, senza toccare norme che stanno dando i loro benefici, testimoniati dalle tante consigliere comunali bravissime che se non fossero state coinvolte da una norma che, lo ricordo, facoltizza la ricerca di una seconda preferenza in più che bisogna sapere conquistare e non regala niente, oggi sarebbero rimaste protagoniste nelle loro professioni, nel sociale, nel volontariato, ma fuori dai palazzi della politica. Sempre che le preoccupazioni siano quelle e non altre”, conclude Savarino.