“Le stime del Diste non ci sorprendono. Il governo Musumeci si è dimostrato in continuità con l’esecutivo Crocetta. L’atto firmato a dicembre è incostituzionale e va annullato, altrimenti sarà il disastro”. Lo sostiene il deputato 5 Stelle, Sergio Tancredi, componente della commissione Bilancio all’Ars. “Seicentomila poveri in Sicilia? Andrà ancora peggio”, aggiunge. Per Tancredi, infatti, l’accordo sull’Iva Stato-Regione “ci ‘ruba’ 800 milioni. “Le stime del Diste illustrate nel report Sicilia fanno il paio con la recentissima notizia che dice che siamo la regione più povera d’Europa.
Non ci meravigliamo, anzi, andrà sempre peggio. L’accordo Stato-Regione Siciliana sull’Iva firmato a dicembre dall’assessore Falcone ci farà perdere ulteriori 800 milioni rispetto all’anno scorso, spingendoci sempre di più verso il baratro. Da Crocetta a Musumeci – dice – non è cambiato assolutamente nulla”. Il Movimento 5 Stelle all’Ars alza la voce contro le scelte dell’esecutivo Musumeci che “sono assolutamente da rivedere, se non si vuole assestare il colpo decisivo alla Sicilia”.
“La modifica del decreto attuativo sulla nostra autonomia finanziaria approvata a dicembre dal consiglio dei ministri – continua il deputato – determinerà un taglio netto dell’Iva attribuita alla Sicilia di oltre il 65 per cento e ci farà perdere 800 milioni l’anno, una cifra insostenibile per le casse asfittiche della Regione. A nostro avviso, l’accordo è incostituzionale perchè va contro lo Statuto siciliano, che è parte integrante della Costituzione.Il governo Musumeci deve assolutamente chiedere la nullità di tutti gli atti che vanno contro la Costituzione e ridiscutere tutto quello che riguarda la materia fiscale nei rapporti tra governo centrale e Regione”.
Da Tancredi arriva anche una stilettata nei confronti dell’assessore al Bilancio, Gaetano Armao: “Si è sempre mostrato come il fustigatore di Baccei e adesso replica pedissequamente la stessa strategia del suo predecessore, a danno della Sicilia. Sarebbe il caso che Musumeci non sottovalutasse la questione delle risorse perdute nei rapporti tra Stato e la Regione. Chieda ad Armao il conto economico dei crediti di spettanza costituzionale vantati dalla Sicilia nei confronti dello Stato: rimarrà allibito. Sono somme – conclude – che potrebbero salvare la Sicilia”.