Non che ci sia bisogno di particolari stress test per verificare la tenuta della maggioranza parlamentare all’Ars, ma l’iniziativa del gruppo pentastellato, di presentare una mozione di censura contro l’assessore ai Beni culturali Vittorio Sgarbi, giudicato autore di comportamenti non consoni al ruolo, anche se non all’interno dell’attività del suo mandato, pone un’occasione di verifica in più per una coalizione che comincia la salita verso le tappe importanti dell’anno.
Ieri la maggioranza è andata sotto all’Ars sul ddl a firma di Luigi Genovese (FI) sul terzo mandato per i sindaci dei Comuni fino a tremila abitanti.
Un ruolo decisivo è stato svolto dai dissidenti azzurri, Caronia, Cannata, Calderone e Gallo. Una pattuglia questa, la cui azione forse è stata presa sotto gamba dal gruppo dirigente dei forzisti, o forse come tale viene sopportata, nell’economia dello scenario di conflitto che funge da leva all’esecutivo.
Che ci sia dietro o meno uno strumento di pressione per rivendicare un assessorato (possibilmente proprio quello di Sgarbi) o che la questione riguardi la scarsa considerazione avuta nei mesi scorsi dai vertici di Forza Italia, dai quattro in termini di composizione di staff e uffici di gabinetto, cambia poco.
La macchina della contestazione è stata avviata e va avanti.
I grillini dunque provano ad allargare le maglie. Lo stress test della maggioranza, che passa dal tour dell’approvazione di bilancio e finanziaria, potrebbe non essere l’unico scoglio da superare a breve.
Il tentativo fino a questo momento portato avanti da Nello Musumeci di tenere distinti i profili dell’aula e quelli dell’esecutivo, si trova davanti i primi veri passaggi obbligati da attraversare nella legislatura.
Pensare che a risolvere la questione, in termini di voto d’Aula, alla maggioranza sia da solo Gianfranco Miccichè, che al momento rimane alla finestra, potrebbe essere un ragionamento ardito.
In parlamento la conta non vedrà sconti particolari dal Pd e dagli altri deputati. Sono oggettivamente, almeno per ora, in pochi i parlamentari disposti a porsi sulla linea di soccorso. E tra questi pare non ce ne sia nessuno disposto a investire in appoggio di breve durata o che non sia di prospettiva.
In altre parole, la fase di studio è finita. La legislatura all’Ars comincia adesso davvero il suo corso. E i 5Stelle sono ben appostati, mentre in Forza Italia si gioca una partita molto delicata.