L’Ars si riscopre con tanta voglia di anti – inciucio. O forse no.
Complice anche la schiettezza del governatore siciliano, che martedì sera aveva dichiarato: “Non pensiate che io mi voglia consegnare ostaggio di qualcuno in quest’aula. Ve lo potete scordare. Io non voglio essere ostaggio di nessuno né io né il mio governo. Se ci vogliamo confrontare facciamolo con gli atti parlamentari alla luce del sole”.
Chi non ha utilizzato mezze parole nei confronti di Musumeci che aveva parlato di “ras e capo manipoli” era poi stato il capogruppo all’Ars Giuseppe Lupo. Il Pd ha provato così, in maniera per la verità un po’ velleitaria, a togliersi qualche sassolino dalle scarpe, impolverate da qualche recente sconfitta di troppo, ma il dato che va oltre e rassicura poco anche gli osservatori più disillusi della politica siciliana, non è la chiusura dei ‘dem’, né quella, più che comprensibile, dei 5stelle, quanto il perimetro, praticamente chiuso, all’interno del quale il centrodestra possa provare ad allargare la sua base.
Dove potrebbe pescare il centrodestra? Nello Dipasquale, ex sindaco italo forzista di Ragusa, con una formazione democristiana, appare saldamente nel cuore dei renziani di Sicilia. Più volte in Aula ha punzecchiato il governatore siciliano, ma al momento, rimane certamente dov’è.
Luisa Lantieri, esponente Pd di provenienza centrista, non pare abbia al momento alcuna intenzione di lasciare i dem. Manca poi, in concreto, chi possa provvedere a tessere una trama tra le linee, evitando di cozzare contro un muro di gomma che agirebbe da potenziale boomerang.
Edy Tamajo e Nicola D’Agostino, per Sicilia Futura hanno votato ieri con il governo.
E così siamo al punto di partenza. Con l’aggravante che qualcuno, probabilmente, sottovaluta l’ipotesi di ritorno alle urne. Musumeci, sin dal primo giorno ha chiarito di sentirsi un presidente di transizione tra il sistema-Regione di ieri e il riordino di alcune fasi cruciali, essenziali per il cambio di passo dell’Isola. Non ha chiarito però se questa transizione dovrà durare 5 anni o può bastare anche meno. L’onda gialla potenziale dei grillini in agguato, è pertanto la garanzia più solida per fare andare avanti l’ennesima legislatura claudicante della Sicilia.