“Dal prossimo anno cambierà tutto. Non sarà più consentito lo spreco di risorse pubbliche per assunzioni di portaborse e collaboratori clientelari. Taglieremo la somma destinata a ogni singolo parlamentare“. Così il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, commenta le contestazioni che la Sezione di Controllo della Corte dei conti ha inviato a tutti i gruppi parlamentari dell’Ars per il modo in cui, soprattutto i più numerosi, hanno utilizzato i fondi destinati ai contratti dei collaboratori esterni e dei cosiddetti dipendenti stabilizzati.
Miccichè aveva avuto modo di affrontare l’argomento con il presidente della Sezione di Controllo della magistratura contabile, Maurizio Graffeo, in sede di commissione Bilancio durante l’audizione della stessa Sezione di Controllo.
Il presidente dell’Ars, nel gennaio scorso, avendo presagito che la pioggia di assunzioni avrebbe avuto come conseguenza che il numero dei precari superasse quello del personale a tempo indeterminato dell’Assemblea, aveva invitato i capigruppo a selezionare il personale a scegliere collaboratori qualificati da retribuire in base alla loro effettiva professionalità, sottolineando la necessità di dare priorità ai cosiddetti stabilizzati.
La polemica sulle assunzioni e sulle retribuzioni dei portaborse è all’origine delle dimissioni di Margherita La Rocca Ruvolo da capogruppo dell’Udc. Aveva contestato le modalità con cui erano state decise le assunzioni.
“Nel gruppo – ha detto al Giornale di Sicilia – siamo in cinque. Ognuno dei miei colleghi proponeva di fare due contratti a figure da loro individuate. Con questa media si rischiava di fare dieci assunzioni. In più abbiamo otto stabilizzati e bisognava dimostrare che non ci fosse duplicazione di ruoli o competenze. Avremmo finito per avere 18 precari per cinque deputati”. Margherita La Rocca Ruvolo si è quindi rifiutata di firmare i contratti di assunzioni e ha lasciato l’incarico.