“Le consultazioni per la formazione del governo nazionale e le imminenti elezioni amministrative del 10 giugno, che coinvolgono ben cinque capoluoghi di provincia – Catania, Messina, Siracusa, Ragusa e Trapani – sono due argomenti che le forze di opposizione all’Ars, stanno cercando di sfruttare in tutte le salse. Soprattutto, il Movimento 5 Stelle, che non lesina critiche demagogiche al centrodestra che, ai loro occhi, ha avuto il ‘torto’ di vincere le elezioni regionali del 5 novembre. Per questo motivo, il centrodestra siciliano ha il dovere di essere sempre più compatto, presentandosi agli elettori unito e con candidature a sindaco, scelte collegialmente, di prim’ordine”.
Lo scrive in un post sul suo profilo Facebook, il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. “Ogni partito, come ha spesso fatto Forza Italia, deve abbandonare l’idea di piantare proprie bandierine su questo o quel Municipio. Come hanno dimostrato le elezioni regionali, uniti si vince. Centrodestra compatto, dunque, ma anche i partiti della coalizione devono esserlo per fronteggiare le opposizioni muovono nei confronti del governo regionale e dell’Ars”.
“In questi ultimi giorni, come è noto, sono dovuto intervenire per cercare di ristabilire un certo equilibrio sulle assunzioni temporanee dei gruppi parlamentari. Assunzioni che hanno fatto lievitare il numero dei precari. Ciò è accaduto a causa del recepimento della norma che destina 58 mila e 500 euro ad ogni deputato per consentirgli di circondarsi di persone qualificate in grado di coadiuvarlo nella sua attività parlamentare. Non si è tenuto conto che all’Ars c’erano già gli stabilizzati. Gli uni dovrebbero escludere gli altri, in teoria. Un bel rompicapo”.
“Ci sono gruppi parlamentari – aggiunge – che hanno utilizzato i 58 mila euro per stipulare contratti semestrali (vedi Cinquestelle). Che senso ha un contratto con scadenza cosi’ breve? Neanche il tempo di prendere confidenza con l’ambiente lavorativo e sei già fuori. Sarebbe facile, come fanno i grillini, insinuare dubbi e seminare zizzanie, ricorrendo, come fanno loro, alla demagogia. Ma non scendiamo su questo piano”.