“Mettere da parte i personalismi e concentrarsi invece sull’esigenza di comprendere il vero senso della riforma e le opportunità di crescita e sviluppo della Città Metropolitana, in un contesto territoriale ed un contenitore che prevede una montagna di risorse tra fondi Fscr e 108 milioni di euro, 25 interventi per 250 milioni di euro, cifra enorme e decisiva per attuare percorsi di investimenti infrastrutturali”. Così Francesco Calanna, ex commissario della Città Metropolitana di Messina, lancia un segnale chiaro e inequivocabile, con annesse frecciate, ai candidati in corsa per il futuro governo della Città di Messina.
Lo ha fatto nella sala del Consiglio dell’ex Provincia, a Palazzo dei Leoni, dove Calanna ha presentato “Riscossa Metropolitana”, movimento di opinione che intende sensibilizzare e introdurre nell’agenda del dibattito politico-amministrativo i temi programmatici della Città Metropolitana.
“Il nostro impegno è quello di un movimento di opinione che non ha colori politici ed è aperto all’apporto di tutti – ha detto Calanna -. Il nostro movimento ha inteso riaccendere i riflettori sul tema di Messina Città Metropolitana e sui contenuti della riforma che ha portato alla costituzione di un ente di area vasta. La Città Metropolitana viene riconosciuta nella Costituzione e prevede che si interfacci con lo Stato e l’Unione Europea, in un’ottica di federalismo innovativo moderno. E’ arrivato il momento di mettersi alle spalle il vecchio schema federalista, Comune-Regione. Non a caso è stato fatto il Patto per Messina, quello per Catania e per Palermo. Ci sono importanti risorse da impiegare contro il dissesto idrogeologico, interventi previsti in una città che ha patito tanti morti per le condizioni drammatiche del suo territorio. La nascita del nostro movimento di opinione culturale si radica in un dibattito carente in ordine di riforma e Costituzione“.
“Il sindaco di Messina è sindaco della Città Metropolitana, eppure il dibattito politico in corso è carente su questo tema. Messina è diventata, ancor di più, il Comune guida sui 108 comuni, area di riferimento per le cosiddette “periferie” ma nell’agenda politica messinese si parla poco o nulla di ciò. Serve una riflessione, seria, altrimenti si va a rimuovere il senso e l’effetto di un percorso culturale e politico di riforma. Gli strumenti finanziari per la svolta stanno in questo contenitore: 25 progetti e 250 milioni di euro attendono di essere spesi e programmati o riprogrammati. La politica messinese questo lo ha compreso o no? Le forze in campo devono avere un’idea di come rimodulare il patto. Altrimenti, si rischia, per distrazione e disattenzione, di non essere dentro questo percorso di riforma e di non evidenziare questo contenitore di interventi infrastrutturali di enorme importanza”.
“Il confronto politico per le elezioni del 10 giugno – ha aggiunto Calanna – non può avvenire su basi personalistiche e non può prescindere da un’analisi di questo aspetto, di basilare importanza per Messina e provincia. Bisogna acquisire coscienza e conoscenza di questo tema e delle prospettive connesse. Le competenze, diverse e basilari, sono all’interno del titolo V della Costituzione e non possono essere ignorate né tantomeno essere poste in secondo piano. La Città Metropolitana è interlocutore privilegiato con governo nazionale e Unione europea. Connubio che andrebbe vissuto con autonomia, attraverso il Patto per la Sicilia. Questo ha in sé una montagna di risorse tra fondi Fscr e 108 milioni di euro. La svolta vera per il futuro passa da qui”.