“No a nuove incompiute, il passante ferroviario di Palermo va completato, non si può lasciare un’importante opera pubblica come questa a metà e una città sventrata”. Lo dicono i deputati regionali del M5S Giampiero Trizzino e Roberta Schillaci, che hanno chiesto la convocazione di un’audizione in Commissione Ambiente dell’Ars sul rischio concreto che la mancata realizzazione del passante ferroviario, ossia il collegamento tra la città di Palermo e lo scalo aeroportuale di Punta Raisi, possa trasformarsi “nell’ennesima incompiuta Made in Italy”.
All’incontro, che, per il M5S va calendarizzato a stretto giro, sono stati convocati il prefetto di Palermo Antonella De Miro, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, i rappresentanti dell’ateneo palermitano, Rete ferrovie italiane e Sis, la società che si occupa della realizzazione dei lavori.
Intanto la Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta, al momento a carico di ignoti, sul caos cantieri a Palermo. I ritardi coinvolgono un po’ tutte le grandi opere: non solo il passante (la Sis chiede il recesso del contratto), ma anche l’Anello Ferroviario (Tecnis), il collettore fognario “Sistema Cala” (Tecnis-Sikelia). È stato perfino convocato l’assessore comunale alle Infrastrutture Emilio Arcuri, che avrebbe riferito ai magistrati dei pesanti disagi subiti dal Comune.
Al momento non ci sono indagati, ma iniziano a tremare sia le ditte, sia le ferrovie. Il Passante e l’Anello infatti sono opere di Rfi, mentre il Comune è il soggetto beneficiario. Motivo per cui il sindaco Orlando ha più volte detto di avere “le mani legate”. Fino a ieri, durante la presentazione delle nuove linee di tram, ha attaccato RFI, dicendo: “Hanno voluto fare Passante e Anello? Che le portino a compimento. Noi volevamo il tram e lo abbiamo finito nei tempi”.