Ma un unico codice interiore per tutti
Il mio intento di oggi è quello di provare a chiarire il mio punto di vista ai miei lettori e sostenitori, soprattutto, a coloro che, se mi conoscono in tailleur o camice, non riescono a comprendere il perché di abbigliamenti più estrosi nei miei lavori artistici e, viceversa, se mi vedono in tenuta, per es. sportiva, non riescono a riconoscere più la mia autorevolezza professionale. Tra parentesi, non siamo mica effigi cui è vietato emozionarsi, solo che uno Psicologo è tenuto a prestare particolare attenzione al proprio comportamento anche nel privato, consapevole della sua influenza.
Da quando ho cominciato a lavorare, mi sono permessa una certa libertà di espressione, essendo molto creativa e avendo uno studio privato, rispondendo, però, a una deontologia severa oltre che a determinati parametri scientifici e clinici. Ho provato a spiegarlo all’inizio, quando la rubrica “Liberi Nobili” è stata inaugurata, con un articolo dal titolo “I miei Camei tra Estetica e Scienza” (27apr. 2017) e ritento adesso, visto che i miei lettori sono aumentati.
C’è un posto, un luogo e una persona per ogni cosa, ma un unico ‘codice interiore’ per tutti. Non fatevi ingannare dalle vesti artistiche (disegno, canto, progetto, cucino, ballo), perché non lascio mai andare il rigore scientifico e il mio titolo clinico. Non è mica detto che chi è artista sia fuori dalle regole e dagli schemi, visto che l’arte deve coincidere con la tecnica e lo studio per essere elevata.Il medico è un artista, dipende dalla sua abilità la corretta applicazione delle conoscenze acquisite.
Un dress code dovrebbe essere applicato in tutti gli ambiti. Anche l’abbigliamento influisce sulle tendenze generali dell’individuo. Il messaggio e gli scopi cambiano e deve altresì essere adeguato il look.
In quest’ottica, l’abito fa il monaco quanto il monaco fa l’abito. In tutte le cose vale la stessa formula: A=B come B=A. L’abbigliamento è consequenziale al carattere, alle abitudini, alla formazione, al ruolo sociale rivestito. Ci vuole un equilibrio fra forma, apparenza e sostanza. Curare A significa curare B, come curare B significa curare A.
Gli insegnamenti dei genitori sono essenziali, ma impariamo anche dalle persone che ci circondano e dai luoghi che frequentiamo. Tutto questo diviene fonte e strumento di educazione e di crescita psicosociale. Lo dice Jean Jacques Rousseau in ContraitSociàl (1759) : “It’s what the place teaches […]. Listen to her bells, the very towers and roofs are talking”. Tradotto in italiano, significa: “Impara dai luoghi. Ascolta le campane, invero sono le torri e i tetti che ti parlano”. Il paesaggio, l’ambiente non sono mai fondali neutri: esiste sempre una stretta correlazione tra la rappresentazione spaziale, le attività che svolgono i personaggi e il loro stile comportamentale. Lo spazio è intenso e pieno di umano significato che attraversa la nostra consapevolezza senza che ne abbiamo coscienza alcuna. A seconda della funzione del contesto -e, quindi, di ciò che si vuole comunicare e ottenere- il look cambia e, dunque, è determinante. Il modo in cui sono agghindati i manichini in una vetrina, per esempio, può influire sia sul tipo di clienti che preferiranno il negozio, sia sul loro desiderio di acquisto della merce proposta. È importante, dunque, ricorrere all’utilizzo di certe icone rappresentative e significative secondo una funzionalità e una efficacia facilmente intuibile rispetto a quello che è lo scopo da raggiungere.
Quando un paziente entra in studio trasandato o flatulente, io non ho (sempre) bisogno di inserire nella mia relazione psicodiagnostica e di trattamento la necessità che si lavi e i diversi significati espressi in questa modalità, perché, in genere, molto spontaneamente si adeguano a me, si attiva in loro il piacere di venire alle sedute, sentono la necessità di dirmi che si sono fatti la doccia, lo shampoo, hanno indossato l’abito migliore, etc. È tutta questione di Linguaggi del Corpo e Programmazione neurolinguistica. Stesso lavoro subliminale si agisce sui lettori e io mi auguro di indurvi tutti ad maiora!
La psicologia è come la matematica. Ergo, un dress code influisce in positivo sulla personalità e sulla condotta individuale. Scegliamo bene il look che vogliamo ci rappresenti davanti agli altri e curiamo la nostra igiene personale e mentale.