Sospensione delle note di recupero delle indennità di rischio da video terminale erogate a parte dei dipendenti, riattivazione del percorso di stabilizzazione del personale precario e piena applicazione del contratto nazionale. Sono queste le richieste avanzate oggi pomeriggio da un nutrito gruppo di dipendenti del Comune di Palermo, guidati dalle sigle sindacali Csa e UilFpl, sceso in piazza per manifestare davanti Palazzo delle Aquile, e che verranno affrontate nel merito domani pomeriggio nel corso di un incontro con il segretario generale, il ragioniere generale e il capo del personale.
“Siamo preoccupati per la tenuta dei conti della quinta città d’Italia”, spiega Giuseppe Badagliacca, segretario generale del Csa Sicilia. “E’ ovvio – aggiunge – che staremo molto attenti e vigili perchè a pagare non siano soltanto i dipendenti del Comune. Pretendiamo la massima attenzione da parte dell’Amministrazione e un’attenta programmazione sia per migliorare l’efficienza della macchina sia perchè si trovino le soluzioni più idonee per rispondere in maniera adeguata ai 46 punti sollevati dal Ministero dell’economia e delle finanze”.
La prima questione, infatti, riguarda la somma di circa 1.300 euro cadauno indebitamente erogata a circa 1.500 dipendenti. Un errore contabile che si aggira sui 2 milioni di euro e che Palazzo delle Aquile vuole recuperare al più presto, soprattutto alla luce dei recenti rilievi fatti dal Mef sul bilancio dell’Ente. Le organizzazioni sindacali ritengono che tali somme in realtà non debbano essere restituite. Nell’attesa che il giudice si pronunci sul ricorso presentato, Csa e UilFpl chiedono di aprire un confronto.
La seconda rivendicazione riguarda l’annosa questione della stabilizzazione del personale precario e la trasformazione dei contratti part time in full time. Una questione cruciale rimasta in sospeso dopo le proteste degli ultimi mesi. Da questa, fanno notare i sindacati, dipende non solo la serenità lavorativa dei lavoratori, ma anche il buon funzionamento della macchina amministrativa, nonchè la qualità dei servizi erogati ai cittadini. A lavorare da precari e con contratti part time è la metà del personale comunale. La stabilizzazione e il full time, quindi, consentirebbero all’Ente di poter contare su un monte ore decisamente superiore a quello attuale.
Infine, c’è il capitolo della valorizzazione delle professionalità sulla base degli strumenti messi a disposizione dal contratto collettivo firmato proprio nei giorni scorsi dai sindacati e dal governo nazionale. Tra questi la reintroduzione delle progressioni verticali, che consentirebbe al personale il passaggio ai livelli professionali superiori e quindi di migliorare la propria posizione ferma da anni, rispondendo così alle aspettative di carriera dei dipendenti.