Non solo stragi, non solo delitti. La mafia lascia il segno anche nella distruzione della bellezza.
Una nuova pista investigativa porterebbe a credere che “La Natività” di Caravaggio sia sopravvissuta e che il boss di Cinisi, Gaetano Badalamenti, l’abbia messa sul mercato nero delle opere d’arte. Rubata dall’oratorio di San Lorenzo, a Palermo, la notte tra il 17 ed il 18 ottobre 1969, l’opera sarebbe stata rivenduta ad un mercante d’arte svizzero.
Lo rivelano gli approfondimenti e le testimonianze raccolte presso alcuni pentiti dalla Commissione nazionale antimafia della scorsa legislatura, guidata da Rosy Bindi, intervenuta ieri pomeriggio presso l’oratorio di San Lorenzo, al convegno promosso dal Comune di Palermo dal titolo “Il Caravaggio rubato dalla mafia: una storia semplice – L’indagine della Commissione Antimafia”.
“Credo che con gli elementi della nostra inchiesta – ha spiegato Rosy Bindi – l’autorità giudiziaria potrà riaprire l’indagine e chiedere la collaborazione alle autorità internazionali, a partire dalla Svizzera. Auguriamoci di ritrovare almeno un frammento e restituirlo a questa città e a questa chiesa”. La mafia, secondo le risultanze della Commissione antimafia, non comprese il vero valore della tela, che oggi sarebbe stimata intorno ai 30 milioni di euro. Chi la comprò, secondo i collaboratori di giustizia, avrebbe fatto a pezzi “La Natività” per poterla trasportare.