Adesso che, almeno nel brevissimo periodo, il rischio di tornare alle urne appare scongiurato, o quanto meno obiettivamente meno probabile, si prepara un’estate calda sotto il profilo dei vari temi di raccordo tra Roma e la Sicilia sui temi più caldi, ma, al tempo stesso, i partiti e la politica, tirano il fiato, preparando una riorganizzazione sui territori che punta dritta, ad amministrative avvenute, alle prossime elezioni europee.
Tra i leader nazionali che puntano alla Sicilia molto più di quanto lasciano credere figura il ministro dell’Interno in camicia verde Matteo Salvini. La Lega di Sicilia ha assorbito senza eccessivi traumi la vicenda giudiziaria che ha coinvolto Salvino Caputo.
Al tempo stesso però Salvini non ha fatto mistero con i suoi fedelissimi, tra cui Stefano Candiani commissario leghista nell’isola, di voler ripartire dalla costruzione di un voto d’opinione più che da un tessuto fatto di rapporti eccessivamente territorializzati. Alla base del ragionamento dei vertici leghisti ci sono quanto meno due fatti.
Il primo, il rapporto con Musumeci è più solido di quanto non dicano i numeri, risicati e striminziti della maggioranza parlamentare all’Ars, il secondo l’obiettivo è incrementare il consenso in vista non solo degli appuntamenti elettorali, ma anche del doppio binario che Salvini ha intavolato con il centrodestra (che non voterà la fiducia al nuovo governo). L’ibrido gialloverde che stazionerà nei prossimi mesi a Palazzo Chigi infatti rischia di doversi trovare insieme oggi e l’un contro l’altro armato (5stelle contro Lega) nel futuro politico dei prossimi anni. I beninformati in queste ore giurano che lo svuotamento di Forza Italia da parte di Salvini è solo questione di tempo, ma le stesse certezze non albergano dentro i plenipotenziari siciliani di Forza Italia che stanno adottando le contromisure richieste dal caso per non perdere terreno.
Ecco dunque che chi nella Lega vuol rimanere della partita, come gli attuali ‘big’ siciliani, deve essere sulla stessa sintonia di Candiani (nella foto in alto): “Attaguile e Pagano? Li ho sentiti e sono d’accordo, anzi ‘devono’ esserlo”, aveva detto a Palermo il commissario leghista.
Una tela da tessere in termini di reclutamento che punta su professionisti, imprenditori, pescando fuori della cerchia dei soliti noti che i leghisti in Sicilia hanno sempre deplorato.
Il guanto di sfida è lanciato. Vedremo chi lo raccoglierà.